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Belgrado. Arrestato Ratko Mladic: la Serbia si indirizza verso l’Europa

L'arresto è stato eseguito proprio mentre l'Alto rappresentante europeo per la politica estera Catherine Ashton era a colloquio con il collega serbo.

Proprio mentre l'Alto Commissario europeao per la Politica estera, il Lord inglese Catherine Ashton, si trovava a colloquio con il suo collega serbo Jeremic per discutere dell'avvicinamento di Belgrado a Bruxelles, apparendo in Televisione il Presidente dello Stato danubiano Boris Tadic comunicava al suo popolo ed alla comunità internazionale l'avvenuto arresto di Ratko Mladic, il Capo di Stato maggiore della Repubblica serba di Bosnia, meglio conosciuto con il nome di “Boia di Srebenica”.

Nel luglio del 1995 in piena guerra con Sarajevo, le truppe serbo-bosniache capitanate da Mladic penetrarono senza colpo ferire in quella cittadina della Bosnia e vi uccisero tutti i maschi di religione islamica, erano la maggioranza tra i residenti, per poi seppellirli in fosse comuni. Migliaia e migliaia furono le vittime. Da quindici anni Mladic era, insieme a Radovan Karadzic che nella Repubblica di Bosnia ricopriva la carica di Presidente, in testa alla lista dei ricercati per gli infamanti delitti di genocidio e crimini contro l'umanità. Karadzic è stato arrestato qualche tempo fa, oggi è toccato a Mladic dopo che, invano, per anni l'Unione europea aveva lamentato la mancanza di collaborazione in capo alle autorità Belgrado nell'assicurare alla giustizia internazionale del Tribunale dell'Aja il generale fedelissimo all'allora uomo-forte dello stato ex-jugoslavo e cioè quel Milosevic che cercò con le terribili guerre balcaniche degli anni novanta del novecento di imporre la supremazia della razza serba su tutta la penisola ad est dell'Italia.

Per certo estremismo serbo l'etnia slava, avendo invano resistito alla Piana dei Merli all'avanzata turca in nome della difesa della cristianità d'Europa, è un etnia da considerarsi superiore alle altre e questa pretesa supremazia è ben rappresentata dal simbolo della Trinità serbo-ortodossa in nome della quale la terribile coppia Mladic-Karadzic consumò le più nefande stragi collettive di persone appartenenti alla nazionalità od alla confessione religiosa ai loro occhi sbagliata. Paradossalmente Mladic verrà giudicato dalla Corte internazionale dell'Aja in Olanda, in quella nazione cioè i cui militari schierati a difesa della comunità musulmana di Srebenica per conto dell'Onu, con il loro pavido comportamento, indubbiamente, favorirono la strage. Ora con l'arresto del generale si spalancano le porte dell'Unione europea per Belgrado, dal momento che la mancata cattura di Mladic era considerata dai ventisette un ostacolo insormontabile sulla via della Nazione danubiana verso Bruxelles. Dal canto suo, approfittando della proverbiale amicizia con Mosca, Belgrado tenne per troppo tempo l'Unione europea sotto scacco rifugiandosi in un assurdo pan-slavismo, considerato come un modo di disporsi sullo scacchiere internazionale. Non a caso, però, solamente oggi si è giunti all'obiettivo grosso cioè alla cattura di Mladic. Con un abile mossa teatrale, e la teatralità dei gesti è connaturata al carattere balcanico,oggi i serbi hanno fatto coincidere la visita nella loro terra del Ministro degli Esteri dell'Unione con la cattura di Mladic ma, c'è da scommetterci, i servizi di sicurezza di Belgrado già da anni sarebbero stati in grado di procedere se solo la politica del paese balcanico lo avesse voluto. Belgrado, però, voleva dare il segno forte a Bruxelles quasi a voler dire: “ Ogni politica d'allargamento nei Balcani deve partire dall'associazione con la nostra Patria”.

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