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Aumento record del costo del "carrello della spesa"

A novembre il “carrello della spesa”, il raggruppamento dei prodotti acquistati con più frequenza (dal cibo ai carburanti) ha registrato un aumento, rispetto allo stesso mese dell’anno passato, del 4,2%, superiore a quello di ottobre (4,1%) e all'inflazione di novembre (+3,3%). Lo ha comunicato l'Istat. È il rialzo maggiore dall'ottobre del 2008. Un così elevato incremento dei prezzi dei beni di largo consumo, in primo luogo dei prodotti alimentari, è stato commentato dalle diverse organizzazioni degli agricoltori. Con i prezzi dei prodotti alimentari alle stelle gli italiani saranno costretti a continuare la “cura dimagrante a tavola”. È questo il commento della Confederazione degli agricoltori (Cia) ai dati sull'inflazione diffusi dall'Istat.

Ad aggravare la situazione, il fatto che l'aumento dei prezzi abbia in particolare colpito prodotti di largo consumo, come zucchero (+17,2%), caffè (+16,5%), ma anche formaggi, latticini (+5,1%) e carne rossa (+2,6%). La conseguenza, spiega la Cia, è che proseguirà la contrazione di acquisti alimentari (pane -8,5%, pesce -4,8%, frutta -2,7%, pasta -1,6%), mentre crescerà ancora di più la quota di italiani che si rivolgerà quasi esclusivamente ai discount e alle promozioni commerciali, che dovrebbe raggiungere quota 42% entro fine anno (35% nel primo semestre 2011).

I dati, prosegue l'associazione, evidenziano una “situazione difficilissima per le famiglie”, ma anche per gli stessi agricoltori, che “non traggono nessun vantaggio dal rincaro dei listini alimentari al supermercato” e continuano a combattere con alti costi di produzione (+7,6%) e prezzi sui campi non remunerativi. Anche la Coldiretti ha rilevato il verificarsi di un rincaro record (+17%) per il caffè e lo zucchero nel paniere degli alimentari. L'andamento internazionale delle quotazioni delle materie prime ha provocato un rincaro consistente del costo della tazzina anche in Italia che ha registrato un rialzo di quasi sei volte superiore a quello medio degli alimentari, ha commentato ancora l'organizzazione agricola. In un paese come l'Italia dove l'86% dei trasporti commerciali avviene su gomma è peraltro l'aumento dei carburanti a determinare un effetto-valanga sul prezzo finale di vendita dei prodotti di largo consumo come il cibo e le bevande. La corsa dei prezzi condiziona anche le spese di Natale per quasi un italiano su tre (29%). Ad affermarlo è ancora la Coldiretti sulla base di una indagine Swg. A subìre gli effetti della necessità di risparmiare sono alcune categorie di beni o servizi; così il 42% dei consumatori italiani spenderà meno per divertimento, il 40% per l'abbigliamento, mentre solo pochissimi consumatori, l'11%, taglieranno la spesa per alimentari durante le festività natalizie, secondo indagini di mercato citate dall'organizzazione agricola. Confagricoltura, in una nota, definisce “allarmanti” i dati Istat sull'inflazione a novembre, che mostrano un aumento del 3,1% sullo stesso periodo del 2010 e dello 0,7% sul mese di ottobre. “È evidente – ha rilevato l'organizzazione agricola - che il peso economico della spesa alimentare sui bilanci delle famiglie italiane sta diventando sempre maggiore, senza peraltro che dai rincari venga alcun beneficio per gli agricoltori, colpiti dagli aumenti sia come consumatori, sia come imprenditori, visto che da tempo si trovano a dover fare i conti con costanti rialzi dei prezzi dei mezzi di produzione”.

I dati, evidenzia Confagricoltura, non risentono nemmeno degli effetti dell'entrata in vigore della manovra che si avvertiranno solo nei prossimi mesi, con ulteriori ricadute negative: “accentuazione delle tendenze all'abbandono del risparmio, alla riduzione dei consumi ed all'impoverimento, già iniziate a registrarsi nei mesi scorsi”. 


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