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Aumento delle tasse locali: 13 miliardi nel 2012

Con le misure della manovra varata del Governo Monti arriverà nel 2012 anche un aumento molto consistente delle tasse locali: Comuni e Regioni chiederanno ai cittadini rispetto a quest'anno 13,2 miliardi di euro in più, ha calcolato la Confartigianato di Mestre, che con il segretario Giuseppe Bortolussi ha avvertito: “I soldi finiranno allo Stato centrale. Regioni e Comuni rimarranno a bocca asciutta, a meno che governatori e sindaci non decidano di ritoccare all'insù i tributi di loro competenza”. “C'è il pericolo - ha proseguito - che con questa manovra il federalismo fiscale si spenga sul nascere”. Dei 13,2 miliardi di maggior gettito, 11 miliardi arriveranno dai Comuni con la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa e con l'Imu; 2,2 miliardi dalle Regioni, attraverso l'aumento dell'addizionale Irpef.

La reintroduzione dell'Ici, la rivalutazione delle rendite catastali e l'ulteriore anticipo al 2012 dell'Imu (su immobili che non sono abitazioni principali) - spiega lo studio Cgia - garantiranno nel 2012 un gettito complessivo di 21,8 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi dalla tassazione sulle prime case e 18 miliardi dagli altri immobili (seconde e terze case, negozi, laboratori artigianali ed industriali). L'incremento del gettito delle tasse locali rispetto alla situazione odierna sarà di 11 miliardi di euro. C'è però un “ma”: nel decreto “salva-Italia” vi è una norma (art. 13 comma 11) che attribuisce allo Stato il 50% dell'Imu sugli immobili diversi dalle seconde case, ovvero 9 miliardi di euro. In realtà per i Comuni i maggiori introiti effettivi, ovvero al netto dei circa 10 miliardi che attualmente i Sindaci ricevono con l'Ici, saranno appena 2 miliardi di euro. A questo punto, arriva il comma 17 (sempre dell'articolo 13) che dispone la riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio dei Comuni delle Regioni ordinarie e dei trasferimenti statali ai Comuni delle altre Regioni per un ammontare complessivo di 2 miliardi di euro. Secondo la Cgia il risultato è quindi questo: lo Stato, tra incassi diretti e risparmi di spesa, porta a casa 11 miliardi di euro, mentre i Comuni zero. Un meccanismo analogo, osserva la Cgia, è previsto anche per le Regioni. L'aumento dell'aliquota base dell'addizionale regionale Irpef dallo 0,9% all'1,23% porterà nelle casse delle Regioni oltre 2,2 miliardi di euro già dal 2012.

Tuttavia, la relazione tecnica alla manovra afferma che per le Regioni a statuto ordinario vi sarà una riduzione della compartecipazione Iva (che finanzia la sanità) e del fondo sanitario nazionale (per le Regioni a statuto speciale). Complessivamente, il taglio di risorse è di 2,2 miliardi di euro. In sintesi, lo Stato risparmia 2,2 miliardi di euro di finanziamenti alla sanità, mentre per le Regioni il saldo è zero. Di fatto - afferma lo studio dell'associazione artigiana – “Regioni ed Enti locali diventeranno dei riscossori per conto dello Stato”. “Regioni ed enti locali - commenta Bortolussi - potranno avere maggiori risorse solo se decideranno di aumentare le aliquote dei rispettivi tributi già dal prossimo anno. Per l'Imu sugli immobili diversi dalle abitazioni principali, l'aliquota base sarà dello 0,76% e potrà essere variata (in aumento o in diminuzione) di 0,3 punti percentuali. Per l'imposta sulle prime case, invece, l'aliquota base dello 0,4% potrà essere incrementa o diminuita di 0,2 punti percentuali, così come si potrà eventualmente incrementare la detrazione di 200 euro”. Queste disposizioni, ricorda Bortolussi, si aggiungono allo sblocco delle addizionali comunali Irpef fino allo 0,8%, e dell'addizionale regionale Irpef, ulteriore 0,5% rispetto all'aliquota base.

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