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Attenti agli attentati

La squallida vicenda del giornale “Libero” (che autoironia però i giornalisti!) ci informa di come Fini stesse organizzando un falso attentato contro se stesso per poi accusare Berlusconi di essere il mandante. Fini sarebbe stato ferito leggermente e magari ricomparso, aggiungo io, con un cerotto, il che ci fa fare dei bei salti all’indietro nel tempo.

Ad esempio due attentati un po' strani permisero a Mussolini di instaurare leggi restrittive in Italia e di reintrodurre la pena di morte. Il primo attentato fu ad opera di una donna irlandese, anziana e squilibrata. Questi attentatori squilibrati! Mi pare che anche l'uomo che lanciò il Duomo (in miniatura ovvio) addosso a Berlusconi fosse uno squilibrato (come del resto colui che assassinò John Lennon e altri squilibrati più determinati dei nostri, perché arrivarono a segno... personalmente preferisco nessun attentato, ma se attentato ci deve essere che sia un po' artigianale come i nostri). Berlusconi ricordate ricomparve grondante sangue e si capisce: il Duomo è monumento di peso e spessore.

Ma tornando a Mussolini egli subì un altro strano attentato, quello del 16enne Anteo Zamboni. Questi tra l'altro venne ucciso seduta stante e dunque poco si seppe della questione. Gli storici pensano a un regolamento di conti all'interno dello stesso partito fascista o addirittura a un falso attentato organizzato dal Duce che proprio grazie a questo povero Anteo Zamboni poté instaurare definitivamente la sua dittatura.

Anche lui comparve con un bel cerotto, ma sul naso.

“Libero” dunque conosce la storia e anticipa le mosse, pensando che anche Fini la conosca, ma forse questo caso è ancor più complesso.

Forse il falso attentato è frutto di una falsa notizia per rendere omaggio alla sola vera vittima di tutto quanto e cioè la vittima sacrificale per eccellenza dello stato italiano: Silvio Berlusconi.

Di passaggio ricorderò che in realtà se guardiaamo le vicende giudiziarie, Silvio Berlusconi ebbe recentemente a dire che lui è “il più perseguitato d'Italia, del mondo, anzi dell'universo”. Ahimé purtroppo è vero ha detto proprio così. Pensate nel multiverso quanti Berlusconi paralleli sono accusati in vari processi, ma non entrano mai in un tribunale!

E dunque “Libero”, conosce la storia italiana, ci fa piacere. Ricordo un altro “attentato” prima del Duomo a Berlusconi, lo ricordo perché coinvolge un personaggio che accosto con fatica a Berlusconi, ma in questo caso devo.

Berlusconi fu fatto segno del lancio di un treppiede. Seguì, pare, il cerotto, poi dopo tremende lamentazioni Berlusconi perdonò l'attentatore con un gesto evangelico e soffuso di luce che ancora tutti ricordano.

Io ricordo invece che pensai le stesse cose del grande poeta Mario Luzi, da poco nominato senatore a vita. Egli disse che insomma Berlusconi calcava un po' la mano, che in fondo in un clima eccitato se l'era un po' cercata ed evocò il fantasma dell'attentatrice irlandese e di Zamboni (i due casi di strani attentati al Duce).

Apriti cielo, pare che quella che a me era sembrata subito un'ovvietà e che solo la voce di un poeta aveva però avuto il coraggio di palesare, fu presa di mira da tutti o quasi e amaramente si concluse la vita di Luzi che sarebbe morto di lì a poco.

Di falsi attentati è costellata la storia d'Italia (e di molti altri paesi). Il punto è che il direttore di “Libero” (che nome, che fantasia) che ha da poco subito pare un falso attentato lui stesso dimostra di aver appreso bene la tecnica e così, novità dell'età contemporanea, temendo che il falso attentato non abbia luogo l'ha fatto lui col suo articolo, trasformando il falso attentato in una calunnia vera.

Probabilmente l'ultimo vero attentato è stato quando il Duomo che è volato sulla bocca sorridente di Berlusconi. Ma anche dal male nasce il bene perché, oltre a un cospicuo rafforzamento della popolarità secondo i sondaggi, Berlusconi incontrò all'epoca l'igienista dentale dotata di, sino ad allora nascoste, doti politiche, da lui scoperte!

E così tra attentati veri e falsi, la storia procede ma troppo poco studiata, troppo poco maestra di vita.

Se la conoscessimo, sapremmo che gli attentati raramente riescono e comunque sempre sono da condannare forse persino quelli contro i tiranni (tranquilli penso in questo caso non a Berlusconi e nemmeno a Mussolini, ma all'attentato a Hitler preparato dai suoi stessi generali e poi fallito).

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.102) 3 gennaio 2011 22:55

    Cara Maria Rosa 


    L’unico vero attentato è quello all’intelligenza degli italiani . Il fatto che ci provino con questi giochetti mediatici dimostra che ci ritengono un popolo di fessi , di beoti pronti a bersi qualsiasi panzana. E purtroppo devo dire che hanno anche buone ragioni per crederlo . 
    Non mi trovo invece d’accordo con la tua affermazione finale , ossia sul fatto che gli attentati sono sempre da condannare , anche quando sono rivolti verso i tiranni . Io viceversa ritengo che attentare alla vita di un tiranno sia un dovere civico . Peccato che pochi hanno sentito questo dovere . Su Berlusconi bisognerebbe stabilire se rientra nella fattispecie dei tiranni, intesa nella completa accezione del termine , cosa che ritengo francamente non proponibile.
    Possiamo dire di tutto ma non che si tratti di un tiranno (al momento).
    • Di Ambrogio Ercoli (---.---.---.11) 4 gennaio 2011 07:25

      Pericolosa affermazione, in quanto, stabilito che si può uccidere per idee politiche, rimane del tutto aleatorio stabilire chi debba giudicare e chi debba essere giudicato "tiranno". Di Berlusconi si può dire tutto il male possibile, così come di altre dozzine di politicazzi italiani e stranieri, ma mai si può pensare di sconfiggere un nemico politico sul piano fisico. Nazismo, fascismo, prima e seconda repubblica italiana, hanno avuto, oltre al capo, una schiera di collusi e affaristi che in quel regime ci sguazzavano, per quanto melmoso fosse. In alcuni casi il dittatore non è che il capro espiatorio. Quel che penso di Berlusconi lo tengo per me, ma se in parlamento ci fosse davvero gente che pensa al bene del paese e non del proprio portafoglio, dall’estrema destra all’estrema sinistra, lo si sarebbe già mandato a casa da un bel pezzo; bastava una legge sul conflitto di interessi che Prodi e compani in cinque anni non sono riusciti a fare. E allora cosa facciamo? Facciamo fuori un intero parlamento, ne rieleggiamo un altro e poi spettiamo che anche il secondo non ci piaccia più e uccidiamo altre mille persone? Tanto per riportare in auge un’idea abbandonata: dotiamo le camere di ugelli per il gas. Alla prima votazione che non ci piace apriamo il rubinetto e tanti saluti alla legislatura, avanti un altro e buona fortuna.
      NO, fortissimamente no! Uccidere, per qualunque motivo è sempre sbagliato. A prescindere da tutto.
      A.

  • Di paolo (---.---.---.102) 4 gennaio 2011 08:40

    ciao Ambrogio 


    Nessun riferimento a Berlusconi , ovvio che la strada per levarlo di torno sia solo e soltanto democratica e mi sembrava di averlo chiaramente espresso , ma il concetto non può essere estremizzato in assoluto . E parlando di tiranni , nella completa accezione del termine , non si parla di " avversari politici" . I tiranni sono un’altra cosa , sono una degenerazione del potere nella forma più barbarica , criminale ,sanguinaria , dove di politico non c’è più nulla e dove le regole della politica non hanno più senso .Sono individui che distruggono la dignità di un popolo .
    Tipi come Noriega o Bokassa (che divorava i sudditi ) , tanto per citare due esempi , giustificano anche una reazione estrema , quando i principi minimi di democrazia non solo sono inesistenti ma l’oppressione diventa insopportabile , toglie ogni minima speranza di vita .
    Se l’attentato ad Hitler fosse riuscito probabilmente si sarebbero salvate migliaia di vite . 
    La tirannia non deve sancirla nessuno , è il limite a cui un popolo non può più sopravvivere ed è pertanto fisiologico che , prima o poi , qualcuno trovi il coraggio di un intervento radicale .
    A meno di non metterla sul piano religioso e allora capisco la assolutezza del tuo convincimento .
    Ma questo sarebbe un discorso che esula da questo contesto.

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