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Attenti a quei due

Ora anche Segni si sente un paladino anti casta, peccato che sia un po’ improbabile, soprattutto se dal suo 0,5% pensa di sfidare Bossi che sul referendum purtroppo ha già vinto.

“Noi lottiamo contro la sfiducia e la rassegnazione di un’Italia malata perchè la casta dei partiti la sta uccidendo” parola di Mariottide Segni. E sentire parlare di casta dei partiti da uno che è entrato in parlamento nel ‘76 ed in politica prima ancora di nascere in un partito come la DC (simbolo del partito-casta ad alto tasso di collusione mafiosa) dovrebbe fare un po’ ridere, ma in un Italia smemorata rischia già di farsi dare del komunista dai soliti e, ancora peggio, rischia, dopo una decina d’anni di silenzio, di inserirsi nell’immaginario della gente come un “rivoluzionario moderno”. Forse con questa mossa punta all’1% dei voti? Perché la storia di rimettere la legge elettorale in discussione col suo ennesimo referendum non ha molto senso.

Ma introduciamo anche l’altro personaggio: Umbertide (per assonanza) Bossi. Quello che gridava contro Roma ladrona, probabilmente per concorrenza sleale, oggi è cresciuto ed ha imparato perfettamente anche il ricatto. Infatti comunque vada il referendum ha vinto. La lega infatti vince comunque. In caso di vittoria dei no manterrebbe la sua legge elettorale in vigore, ma se per sbaglio vincessero i si, cosa non tanto improbabile visto che i due partiti maggiori sono orientati in questo senso, dovrebbe semplicemente ricattare nuovamente governo e maggioranza verso una nuova calderolata.

A quel punto le camicie verdi dovrebbero mettere in campo tutta la schiera di premi nobel che caratterizzano il partito e con i tipici fucili spianati spingere un’altra legge che solo colui “che move il sole e l’altre stelle” immagina. Ridendosela amaramente di gusto.

 

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