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 Home page > Tribuna Libera > Aspetti negativi del carattere degli italiani

Aspetti negativi del carattere degli italiani

Uno dei luoghi comuni più abusati afferma che siamo un popolo di eroi, santi, poeti e navigatori e ciò ha sempre solleticato il nostro orgoglio nazionale, purtroppo in questi tempi così tristi vengono a galla alcuni aspetti del nostro carattere, la cui disamina fatta da me in tutta umiltà ma spero con obiettività, sicuramente non piacerà a chi avrà la ventura di leggermi.

Forse sarebbe per noi italiani più adatto il famoso detto del commediografo Bertold Brecht: "Beato quel paese che non ha bisogno di eroi".

I nostri difetti, come del resto i pregi, sono molti ma alcuni spiccano tra gli altri:

1) La nostra sudditanza psicologica verso il potere è tale che siamo portati quasi sempre a chiedere favori o raccomandazioni, piuttosto che far valere i nostri diritti inalienabili e compiere ovviamente i nostri doveri;

2) L'individualismo esasperato che comporta molte conseguenze, prima fra tutte la mancanza assoluta di senso organizzativo in tutti i settori della vita sociale.

Emblematica è la ricerca di personalità quasi di tipo messianico o più prosaicamente è sempre viva la speranza del c.d. uomo della provvidenza, come accadde con Mussolini od oggi con Berlusconi, forte dei propri mezzi di comunicazione e di manipolazionw di massa.

La nostra pigrizia può così continuare, però quando la realtà oggettiva certifica il fallimento di tali figure carismatiche, esse sono demolite ai nostri occhi e si è pronti ad abbandonare il beniamino di un tempo con velocità ineguagliabile (nel pomeriggio del 25 luglio 1943, quando vi fu l'arresto di Mussolini a villa Savoia già tutte le sue statue di grandi dimensioni furono rovesciate e fatte a pezzi da una folla che fino al giorno prima appllaudiva al suo unico duce).

3) Il senso dello Stato, il sentirsi parte di una comunità nazionale, nel bene e nel male, una dignità nell'esercizio di funzioni più o meno importanti non compaiono nel ciittadino italiano attuale.

Questi sentimenti erano invece assai presenti nei romani repubblicani, sia al tempo dei conflitti con gli etruschi di Porsenna, coi galli di Brenno, coi cartaginesi di Annibale che inflissero gravi sconfitte alla nascente potenza romana, che in ispecie dopo la disfatta di Canne, con circa ottantamila morti sul campo di battaglia, misero a disposizione tutti i propri averi per salvare la città.

E' sintomatico come molti anni fa vi fu una manifestazione inneggiante alla mafia, con cartelli in cui spiccavano cartelli con su scritto"Lo Stato non da' lavoro, la mafia sì) il che spiega la grande contraddizione tutta italiana che non riesce a comprendere che lo Stato è sì un concetto giuridico, ma funziona se ogni rotella, che siamo noi, anche la più piccola, partecipa al movimento senza remore, abbandoni o tradimenti di sorta.

Resta famosa un'affermazione di J.Fitzgerald Kennedy: "Non pensare a ciò che il paese può fare per te, ma pensa a ciò che puoi fare il paese";

4) La mancanza di etica o deontologia personale costituisce un insieme di valori morali privati o professionali praticamente non seguiti e si forma un coacervo amorfo di individui che, quando non è parte attiva nel tessuto corruttivo (dati della Corte dei Conti che parlano di un aumento del 30% della corruzione in un anno), vive in un limbo dominato dall'indifferenza verso valori interiori o regole esteriori necessari in ogni consorzio sociale sano, attivo e capace di sostenere un progresso non fine a se stesso, ma suscettibile di migliorare sia l'individuo sia la collettività.

In pratica è sempre privilegiato chi è furbo rispetto a chi è intelligente e ne discende molto chiaro il perchè siamo il popolo con la maggiore evasione fiscale al mondo;

5) Il consumismo più esasperato domina la società italiana (forse un po' annacquato dalla crisi economica) ma è molto più importante l'apparire, l'immagine piuttosto che la nostra forza interiore per cui abbiamo il più grande numero di telefoni cellulari ed automobili pro capite, pur non essendo i più ricchi al mondo.

La nostra immagine può essere positiva o negativa, guai a vivere un'esistenza normale fuori dai riflettori e nell'indifferenza generale;

6) L'ignoranza culturale è un'altra caratteristica grave in un popolo che sul suo territorio vanta il sessanta-settanta per cento dei monumenti artistici mondiali, ma non riesce a fruirne che in modo ridottissino, per le chiusure museali nei giorni festivi o quantomento nei giorni od ore di più tempo libero, oltre al fatto che sono più gli stranieri ad interessarsi alle nostre bellezze artistiche che gli italiani (emblematica una pellicola minore del 1956" Souvenir d'Italie con Vittorio De Sica, in cui tre ragazze inglesi in gita romana conoscevano tutte le bellezze della capitale , mentre aitanti giovanotti romani non conoscevano niente della propria città).

In conclusione la nostra società sta diventando malsana perché non ha insita in sé una tensione morale, un afflato emotivo, un anelito spirituale che superi il nostro gretto egoismo, ed un conformismo indifferente.

Questi fattori possono farci regredire un una decadenza irreversibile, in cui il nostro pregio più rilevante è una grande pazienza capace di farci sopravvivere a tanto squallore.

Poiché la storia è fatta di cicli temporali positivi e negativi ci può confortare che forse i nostri difetti non sono atavici o genetici ma rimediabili in un prossimo futuro dove i nostri discendenti vedranno l'alba di un nuovo rinascimento.

Si può concludere con un altro detto di Napoleone rivolto ai suoi soldati: "Ognuno di voi ha nel suo zaino il bastone di maresciallo".

Sta a noi e solo a noi saperlo conquistare nel modo più serio e coerente possibile.

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