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Articolo 18 addio. Creatività e hobby le uniche ancore di salvezza?

 

I giovani strapreparati che nel mondo nel lavoro non riescono ad entrare, una delle tante categorie che da sempre non conoscono l’articolo 18. Volenti o nolenti, ecco una delle categorie che hanno rinunciato a sperare nell’applicazione dell’articolo perché il lavoro non lo trovano. Ci sono però anche i cinquantenni che vengono lasciati a casa dall’azienda e nella migliore dei casi, gli impiegati che stanchi della solita routine, hanno “mollato il posto fisso” per dare sfogo alla propria creatività, ed inventarsene uno secondo i propri sogni o esigenze personali.

Ma c’è anche chi ha dovuto ribaltare la propria vita a 50 anni passati e trovarsi un lavoro all’estero. Altro che noia del posto fisso. Vuoi perché l’azienda, magari una multinazionale con sede in Italia, a causa della crisi ha deciso di tagliare i costi chiudendo guarda caso la sede in Italia, e cosa resta a questo punto per sopravvivere dopo aver terminato la disoccupazione di 800 euro mensili? Solo la possibilità di trasferirsi all’estero nonostante una famiglia e l’età. Infatti pur avendo spedito centinaia di curriculum in aziende o agenzie del lavoro, ci si sente risponde dopo i 50 anni di essere troppo qualificati, o peggio ancora “di non essere in linea con quanto richiesto”.

Ancora una volta il problema principale risulta essere l’età. Ma anche in senso contrario la cosa non cambia. Pur avendo 24 anni ed essendosi laureati in design e comunicazione dopo due tre anni di contratti a progetto, a termine, o completamente “in nero”, ora ci si ritrova senza un lavoro. A tutto questo come una ciliegina sulla torta va ad aggiungersi la nuova riforma delle pensione ed ecco spuntare in Italia anche gli esodati, coloro i quali hanno lasciato il lavoro entro il 31 dicembre scorso ed a causa della riforma ora si ritrovano, non sono senza lavoro e senza stipendio, ma anche senza pensione.

Cosa fare allora in mancanza di lavoro? Forse l’unica via è quella di ingegnarsi. Senza farsi prendere dalla disperazione, come sta succedendo in questi giorni, con i suicidi per mancanza di lavoro, bisogna pensare di coltivare i propri hobby, una ragazza per esempio è diventata pasticcera decorativa. Creando torte commestibili e panettoni a forma di pinguino. Spera che questo hobby per il momento solo part-time, possa con il tempo diventare un lavoro a tempo pieno, ed essere imprenditrice di se stessa. L’unica via di uscita quindi alla mancanza di lavoro è proprio quello di coltivare seriamente un hobby, farlo diventare un’occupazione a tutti gli effetti, perché nel nostro paese la creatività di certo non ci fa difetto, e i giovani appartenenti alla generazione degli ultimi venti, venticinque anni sanno bene cosa significa vivere senza l’art.18 cosa che di certo non li spaventa, ma li rende più forti e più competitivi nella complessa giungla del lavoro.

Rita De Angelis.

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