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Arriva Boris sul grande schermo: il film che prende in giro i film!

Quando la migliore serie televisiva nasce prendendo in giro la TV il corto circuito è fatto e servito. E se dalla tv ci si sposta al cinema è ancora meglio. Così Boris, la fuori-serie che racconta il back stage di una fiction italiana (’Gli occhi del cuore’) sgangherata ma premiata dall’auditel, salta fuori da FX per diventare un film per il cinema (in uscita ad ottobre).
 
Un film che racconta in modo ironico e dissacrante un ambiente ricco di lobby, raccomandati eccellenti, attori esagitati, troupe alla continua speranza di portare a casa un prodotto perlomeno decente. Il mix (nella versione televisiva come in quella cinematografica) crea una storia assolutamente esilarante, che racconta uno spaccato di quest’Italia post-moderna anche attraverso le parole del regista René Ferretti: “Facciamola a cazzo di cane, basta che ci sbrighiamo!”. 
 
La commedia è centrata sul regista René Ferretti che, stanco di improponibili fiction (come Sottaceto), inquietanti reality (come Castoro, in cui i concorrenti per un mese devono mangiare solo legno) e scalcinate soap opera, vuole fare il salto di qualità accettando di girare un film colto per il Cinema.
 
Il riferimento a Sottaceto – raccontano gli autori Massimo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo al Venerdì di Repubblica – nasce dalla parodia ad Agrodolce, la soap di Raitre prodotta in Sicilia da Giovanni Minoli, con l’intento di far nascere un nuovo polo di produzione tv. E proprio dalla proposta della Rete di fare “Sottaceto” René Ferretti (interpretato dal sempre geniale Francesco Pannofino) decide di darsi al Cinema, dopo che in una scena pilota mostratagli vede l’andazzo della serie: Un uomo che cerca di consolare una donna in lacrime gridando in calabrese (perché la soap dovrà essere girata nella nuova sede distaccata in Calabria): “Mariiii, non piangere. Le cose cambieranno, ci sarà un ponte sullo stretto. Sconfiggerà le mafie!”.
 
Così René (e la fedele assistente Arianna, Caterina Guzzanti) si sposta al Cinema dove gli viene affidato un film che racconti corruzione e privilegi della casta dei politici. Ma lì i problemi rimangono e la parodia si fa più incisiva e dissacrante, prendendo in giro proprio le caratteristiche di un cinema italiano fatto di lobby chiuse che non accetta outsider, specie se provenienti dalla tv! Nasceranno così divertenti (a volte inquietanti) siparietti che sapranno coinvolgere il fedelissimo pubblico della nota serie.

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