• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Arrestata la banda dei finti poliziotti

Arrestata la banda dei finti poliziotti

Agenti finti e manette vere. Quattro arresti. Le vittime erano sempre turisti stranieri "abbordati" con la tecnica dei "finti poliziotti"

(28 marzo 2011) ROMA- Per la banda dei finti poliziotti sono scattate le manette, quelle vere stavolta. Un’operazione congiunta della Polizia ferroviaria e dei commissariati Castro Pretorio e Viminale.

I quattro finiti in arresto, avvicinavano e derubavano i turisti spacciandosi per agenti in borghese, inscenando controlli e perquisizioni.

Quella che in apparenza sembra la trama di un film di Totò, tra finti poliziotti, la Roma dei monumenti e il malcapitato turista, è in realtà una tecnica collaudata con un affinamento del modus operandi per mettere a segno i colpi. Le vittime venivano scelte con cura: solo turisti, gruppi singoli non comitive, con una certa preferenza per pakistani, giapponesi e americani.

La chiave del successo nei colpi, era l’azione svolta dal palo, che complice dei finti poliziotti, avvicinava i turisti con una cartina e con la scusa di chiedere informazioni. A quel punto scattava la trappola, i finti poliziotti si avvicinavano al gruppo presentandosi come agenti in borghese mostrando frettolosamente dei falsi tesserini. Era il palo a convincere i turisti che questi erano veri agenti della polizia e a persuaderli a sottoporsi ad un normale controllo. Nella confusione e lo spaesamento, i malcapitati consegnavano immediatamente soldi ed effetti personali. Un colpo dietro l’altro, la tecnica sempre la stessa, fino allo scorso sabato quando sono finiti nella rete degli agenti veri, colti in flagranza di reato in via Cola di Rienzo dopo aver rapinato un turista statunitense.

L’operazione, resa possibile grazie ad una serrata attività investigativa con appostamenti e pedinamenti, nasce dal confronto con le denunce di diversi commissariati, dove alcuni turisti dichiaravano di essere stati rapinati nei dintorni della stazione Termini. Proprio per l’intensificazione dei controlli in quell’area, la banda è stata costretta a cambiare zona, fino alla loro ultima impresa.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati ieri mattina durante la conferenza stampa in Questura, dal vice questore aggiunto Marco Napoli e dal dirigente del commissariato di Castro Pretorio Massimo Impronta. I quattro di cittadinanza rumena, Mattei Ion, Banu Costica (il palo), Gheorghe Puiu e Ghita Cristian, accusati di furto e sostituzione di persona ma inspiegabilmente non per sostituzione di titolo, sono stati processati per direttissima in mattinata. Per due di loro sono scattati gli arresti domiciliari mentre per gli altri solo l’obbligo di firma. Un piano quasi perfetto, nessuna violenza, colpivano in genere il sabato mattina per eludere i controlli ztl (zone a traffico limitato) di Roma adescando solo turisti, che a volte non denunciano nemmeno il fatto per non sconvolgere la loro vacanza o che per la brevità del soggiorno non hanno il tempo necessario di identificare i ladri. Le auto sulle quali fuggivano dopo i furti, venivano noleggiate con carte di credito appartenenti a incensurati. Non è ancora quantificabile il numero dei colpi messi a segno dalla banda e gli agenti preferiscono al momento tacere circa la base, in quanto sono in corso ancora altre indagini, si sa solo che i quattro alloggiavano alla periferia di Roma e che noleggiassero spesso le auto nei pressi di Fiumicino.

In realtà quello dei finti poliziotti, è un trucchetto diffuso. L’unico modo per sfuggire alla trappola, come precisato oggi dagli inquirenti, è tenere ben presente che le forze dell’Ordine sono tenute a mostrare obbligatoriamente tesserino e placca della polizia di stato (una sorta di distintivo) in genere contenuti nello stesso portatessere, col distintivo a destra e il tesserino a sinistra. Colpi con la stessa tecnica sono stati messi a segno non solo a Roma ma anche in altre città italiane ed estere, dove dopo essersi qualificati come agenti, i rapinatori inscenano controlli e si impossessano degli effetti personali delle vittime.

E come recita una celebre frase di Totò “E’ un affare? No è un furto, garantisco io”.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares