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Antistoria di un insediamento: re Giorgio ed Enrico l’Accomodatore tra Pd e PdL

Il Presidente della Repubblica, dando l'incarico ad Enrico Letta, non solo ha operato un secondo miracolo (è un eufemismo, ndr) dopo quello montiano, ha forse sancito con continuità la fine di un'epoca: l'ultimo dei comunisti all'italiana ha rimesso la gestione della cosa pubblica nelle mani dell'ultimo erede di certa “liberaldemocristianeria”. Il passaggio del testimone è avvenuto! Ma quale potrebbe essere il prezzo che la maggior parte dei cittadini italiani pagherà?

Dopo tanti falsi profeti, il messia che salverà la casta politica - o almeno una buona parte - dai tristi futuri presagi populisti e giacobini è forse arrivato? Qualche mese fa sembrava che la débacle più completa mostrasse il suo ghigno tremendo a gran parte del centro destra; in tanti dicevano che era finito o giù di lì. Ma, poi, ecco il suo padre padrone riprendere in tempo le briglie della sgangherata carrozza rimettendola presto sulla strada maestra. Il M5S è riuscito a scompaginare nelle nuove elezioni sia la destra quanto la sinistra, quest'ultima vincendo per un pugno di voti. Una vittoria, quella del Pd, che forse si potrebbe trasformare in futuro nella peggiore sconfitta della storia di tutta la sinistra “sinistrorsa” italiana.

Dopo tremende umiliazioni politiche, che hanno però avuto il merito di mettere a nudo cosa divide i vertici “nomenclaturali” del più grande partito di sinistra in Italia, il Pd ha mostrato e forse continuerà a mostrare il suo peggior volto, quello aperto a tante correnti, che non possono e non potranno forse più convivere a lungo sotto la stessa bandiera, prefigurando una possibile reale scissione e confluenza in un nuovo partito dopo l'esperienza di questo governo, se non prima. Le figure chiave ci sono tutte, o perlomeno, stando al nostro umile sguardo, sembrano delinearsi, in luce, in penombra, e perfino in ombra.

Relativamente al Pdl, poi, quello che è sempre sembrato, a chi non ha mai avuto il coraggio o il fegato – dipende dai punti di vista - di votarlo, un'accozzaglia di nomi e carneadi interessati, ha forse trovato la catartica ed ideologica via per emanciparsi dall'ingombrante figura di Silvio B.?

Invece, parte del Pd, inconciliabile con alcune politiche di sinistra ritornate in voga, alle quali non crede più, o non ci ha mai creduto perché semplicemente arrivata dopo, ha ora la chance di iniziare altresì un percorso nuovo verso un nuovo partito di centro, ma inevitabilmente orientato verso le politiche liberiste care alla destra imprenditoriale impegnata a piene mani nello scardinamento del grande Stato a favore di uno Stato piccolo in un grande mercato globale, che richiede però anche grandi sacrifici – in tutti i sensi - socio-strutturali, legittimamente inaccettabili per molti altri.

Non a caso, la scelta del presidente Napolitano non è caduta su nomi vecchi e troppo compromessi in prima fila con il vecchio sistema, anche perché questo avrebbe rintuzzato le proteste della nuova ed inesperta politica grillina, potente suscitatrice di protesta e sdegno, portando a subitanee forti proteste, ma bensì su quello che qualcuno (Giulietto Chiesa) definisce con velature ironiche: “Un bravo ragazzo, un giovanotto stupendo, che ha un cognome fantastico, perché... consente di mettere insieme destra e sinistra, senza troppo imbarazzo, avendo così un governissimo Pd-Pdl, senza chiamarlo così”. Ossia Enrico Letta.

Giorgio Napolitano, il presidente galantuomo, da sessanta anni in politica, nelle vesti del “grande architetto”, ha per la seconda volta operato uno straordinario switch del sistema “crashato” - come si direbbe in gergo - quasi fosse un “Matrix” non più solo “reloaded”, ma “revolution”. Già, il “ripristino 2.0” è avvenuto, a vantaggio dello status quo ed a tutto svantaggio di un subitaneo cambiamento più foriero di instabilità nazionale ed internazionale anziché neanche lontanamente di cambiamento medesimo efficace - come si è visto; la cosa triste è che sono in tanti a pensarlo, perfino tra la massa dei 'rivoluzionarietti della domenica', rivelatisi tali dopo il grande exploit, ecco perché il grillo parlante ha forse già dimezzato, o giù di lì, i consensi; in buona parte di gente che tornerà a non votare.

Tornando ad Enrico “l'accomodatore”, veicolo della “controrivoluzione” - della rivoluzione che non è mai avvenuta e non avverrà mai - non è poi così politicamente illibato e senza responsabilità; basso profilo sì, e la cosa gli è servita alla grande, ma con un palmarès da paura, nonostante la giovane età: E.L. 1) è stato Ministro per le Politiche Comunitarie nel primo Governo D'Alema; 2) due volte Ministro dell'Industria; 3) Deputato per tre volte; 4) Eurodeputato; 5) Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nel secondo Governo Prodi; 6) Segretario per l'Euro presso il Ministero del Tesoro; poi altre notizie relative alla sua legacy e alla politica economica che rappresenta – anche se s'era già capito: 7) membro della commissione Trilaterale; 8) presidente dell' Aspen Institute Italia. Inoltre, nota di non poca importanza, si è registrata la sua partecipazione alla riunione del Gruppo Bilderbeg in Virginia lo scorso anno.

Arriviamo ora ai “costi” di questa operazione che ha spiazzato gran parte delle aspettative pre-elettorali di cambiamento; il prezzo che gli italiani potrebbero pagare è la semplice continuità di un sistema che con Mario Monti si è visto bene dove porta. E Letta è un grande fan di Monti!

Evitando di fare i profeti, poniamo invece alcune banalissime ma anche pertinenti domande, oltre quella sulla Legge elettorale:

Farà tagli alla casta politica, ricordando che in Italia 1milione e 300mila vivono vergognosamente di politica?

Metterà un tetto a tutti i compensi di politici e manager pubblici?

Se abolirà il finanziamento pubblico ai partiti, come limiterà quello da parte di Lobby o di “gruppi” interessati?

Proporrà il taglio anche di pensioni d'oro e “d'argento” per aumentare quelle basse?

Porrà dei limiti ad Equitalia nell'esercitare diritto di esazione là dove lo Stato sia già debitore?

Porrà dei limiti all'arbitrarietà delle Banche nel concedere crediti?

Defiscalizzerà parzialmente le piccole e medie imprese (Pmi)?

Impedirà che si continui a delocalizzare? Come? Con quali politiche?

Combatterà l'evasione fiscale del capitalismo ed imprenditoria di alta e media sfera mettendo fuorilegge le Società off-shore ed i Paradisi fiscali in Italia - chiedendolo anche alla UE di farlo in tutta l'unione - dato che sottraggono tasse e PIL alla nazione in quantità intollerabile?

Come impedire che l'Italia divenga il promontorio di Europa, e l'Europa quello dell'Asia? Con quali politiche comuni economiche e non?

Riformerà ulteriormente il diritto del lavoro in chiave che non lasci scoperti i lavoratori su tutti i fronti?

Renderà il Welfare State efficace specie verso i precari, gli esodati e simili per supplire alla monca Legge Biagi e affini?

Potenzierà la Scuola pubblica e la Sanità pubblica? Come? Con quali fondi?

Queste sono solo alcune delle domande che potranno far comprendere il prezzo di quello che l'Italia pagherà ancora, qualora non ci sia risposta più che affermativa in modo esaustivo ad esse ed a quante ve ne siano relativamente ai bisogni della stragrande maggioranza di questo Paese.

Purtroppo, l'ombra delle Lobby e dei poteri economici forti che aleggiano e svolazzano alla grande sul prode Enrico, come già su Supermario, lasciano presagire tutt'altro. Per non parlare di quelli della casta tout court.

D'altronde, come si può evincere dal discorso del presidente Letta, alla Camera, oltre ad alcune promesse, de facto interessanti, circa le quali, ne aspettiamo la pronta realizzazione - pena, la credibilità, già a serio rischio - manca totalmente qualunque riferimento serio - e non è il solo - all'evasione fiscale d' "alta e media sfera", tramite Tax Heavens e Società Off-shore, legata inevitabilmente alle succitate Lobby e poteri forti; e questo, ci venga concesso di dirlo, visti i grandi profitti occultati e sottratti al Fisco e al PIL, è dove, in buona parte, giace il vero bandolo della matassa.

Buona fortuna, Italiani!

 

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