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 Home page > Attualità > Politica > Angiolino e gli insegnamenti del profeta B.

Angiolino e gli insegnamenti del profeta B.

Ad Orvieto, alla scuola di formazione del PdL, hanno avuto un anticipo della prossima campagna elettorale.

Glielo ha fornito Angiolino "Starace”" Alfano, tenendo, nel suo solito italiano avventuroso e con i suoi soliti modi, a mezzavia tra quelli del tele-predicatore di seconda schiera e quelli del capoarea di uno scalcagnato gruppo di venditori, un discorso tra i più notevoli (non che ci volesse moltissimo) della sua fin qui strabiliante carriera politica.

Le sinistre, ha detto, se dovessero arrivare al potere, "non avendo un modo efficace ed intelligente per affrontare la crisi", si comporterebbero come Zapatero in Spagna, gettando fumo negli occhi all'elettorato "facendo i matrimoni tra gli uomini e le coppie di fatto". 

Nessuno ha fatto rilevare a "Senza Quid" che, se è verissimo che Zapatero (che peraltro ha ereditato dalle destre la mina di un’economia disastrosamente sbilanciata verso il mattone ed il turismo, diventati la monocoltura d’intere regioni della Spagna) non ha brillato per capacità di gestione, è altrettanto vero che, partendo da un’economia reale in condizioni sicuramente migliori di quella spagnola (nel nostro paese non c’è stato nulla di paragonabile al boom immobiliare catalano o madrileno), il governo Berlusconi non è riuscito a fare, per l’Italia, nulla di meglio. Anzi.

 Nessuno, insomma, ha chiesto ad Alfano perché diavolo il PdL non abbia utilizzato quando poteva, quando governava poggiandosi sulla più ampia maggioranza della storia repubblicana, questo modo “efficace ed intelligente” d’affrontare i problemi dell’economia di cui si deve supporre dovesse disporre.

La genialità dell’uomo sta proprio in questo; nell’aver compreso fino in fondo la mancanza di spirito critico e la patologica incapacità di ricordare il passato più prossimo del suo elettorato.

Un elettorato che pare dispostissimo a dimenticare i temi dell’economia (terreno minato anche per chi è gia riuscito a dimenticare che fino ad ieri la nostra è stata retta, in settori chiave, da personaggi del calibro di Brambilla e Scajola) per farsi, guarda caso, gettare negli occhi il fumo d’argomenti più propri della coscienza personale che della politica.

Italiani disposti a credere che obiettivo delle sinistre sarebbe quello di “smontare la famiglia come elemento centrale e cardine della società”; rimasti, per un qualche disturbo che va in pari con la loro amnesia, ancorati agli anni cinquanta.

La parte più arcaica del nostro paese (e i dati su età e titolo di studio degli elettori del PdL raccontano esattamente questo) cui si chiede un voto antico, basato, quando non c’è traccia o quasi di comunisti dentro il nostro Parlamento, su una nuova declinazione, chiamiamola etico- morale, dell’eterna pregiudiziale anti-comunista.

Da applausi a scena aperta, poi, il finale del discorso; là dove, dopo aver orgogliosamente rivendicato le posizioni del PdL su morte assistita ed aborto, con lo scopo del tutto ovvio di lanciare un messaggio al mondo cattolico ed alla sua componente dentro il terzo polo, Alfano ha proclamato che su etica e famiglia “questi sono gli insegnamenti che ci ha dato Berlusconi”.

Di che ridere fino alle lacrime. Pensando che Alfano dovrebbe essere una delle figure chiave del nostro dibattito politico, di che piangere.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.244) 12 marzo 2012 18:44

    Memoria corta >

    Ancora a ottobre il Cavaliere ripeteva come priorità per il paese la riforma della giustizia, delle intercettazioni e più poteri per il Presidente del Consiglio. Prometteva, entro il 15 novembre, il suo "piano per la crescita".
    Ora sul tavolo c’è la legge anti-corruzione, l’asta delle frequenze televisive, la nomina del CdA Rai e la legge lettorale.
    Ora il "delfino" Alfano conosce solo 3 priorità: lavoro, lavoro e lavoro.
    Anche dietro le quinte La Febbre del Tribuno è sempre contagiosa ... 

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