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Alemanno riabilita il fascismo



Quel povero ragazzo capitato a fare il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riesce a farsi danni praticamente a ogni intervista. Le ultime vengono da
questo dialogo col Corsera, dal quale estrapolo queste risposte:

Per lei il fascismo fu il male assoluto?
«Non lo penso e non l’ho mai pensato: il fascismo fu un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale».

Ora: se Gianni Alemanno fosse uno storico marxiano, o cattolico, o liberale, e volesse approfondire la distanza culturale tra il nazismo - che per comodità potremmo definire come "il male assoluto" - e il fascismo, mettendo in risalto tutti i punti di non contatto fra i due regimi, il suo discorso avrebbe un senso e io lo leggerei pure con interesse e passione. Perché anche io sono convinto che tra i due regimi, il peggiore per l’umanità sia stato il nazismo. E tuttavia, questo non significa che il fascismo italiano sia stato un fenomeno positivo o poco negativo, così come lo stalinismo - per me sempre inferiore al nazismo come conseguenze prodotte - non lo si possa considerare bene solo in quanto "leggermente meno violento" del nazismo. Il punto, è che Gianni Alemanno non è uno storico. E’ un politico ieri neo-fascista e oggi, teoricamente, post-fascista, sebbene conservi sempre la croce celtica delle SS Charlemagne al collo. E nella sua posizione di politico miracolato, io fossi in lui mi asterrei proprio dal dire qualunque cosa che possa essere letta come una riabilitazione del regime più sanguinario e atroce che abbia mai preso piede nel nostro paese.

In che senso?
«Fu un cedimento al nazismo e al razzismo biologico, che non era nelle corde iniziali del fascismo».

Le corde iniziali del fascismo erano, in effetti, non di razzismo biologico: si ammazzavano di botte le persone sulla base delle loro idee, come accadde per Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci e tutti gli altri politici e pensatori in disaccordo con il Duce. Pensatori che erano bianchi e italiani, quindi della stessa etnia dei fascisti. Volete mettere?

Però un certo antisemitismo è serpeggiato anche dentro l’Msi...
«Nella mia esperienza, dentro l’Msi di Giorgio Almirante, chi era antisemita veniva espulso».

Bugiardo. Ma bugiardo in modo profondo, un bugiardo ipocrita, codardo e vergognoso. Chiunque abbia avuto un fratello o una sorella iscritti al Fronte della Gioventù, l’associazione giovanile dell’MSI nella quale militava anche Alemanno, sa perfettamente che l’antisemitismo e l’antisionismo erano, assieme all’omofobia e al pregiudizio anti-negro, il cemento ideale e filosofico di quell’area politica. Io nel FdG avevo un fratello, un cognato, una sorella e tutti i loro amici. Dico solo che al di là dei saluti romani, un modo quotidiano per loro di salutarsi era il grido nazista "Sieg-Heil!" che - mi ci gioco la qualunque - anche il signor Alemanno ha esclamato a pieni polmoni almeno un milione di volte.

Può sostenere che non ci fosse nemmeno antisionismo?
«Adesso l’antisionismo è una variante dell’antisemitismo. Ma nell’Msi, allora, si faceva una certa confusione e c’era una maggiore indulgenza».

Eh sì, allora si faceva una certa confusione. Invece oggi, per il sindaco di Roma, è tutto chiaro.

Commenti all'articolo

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.107) 8 settembre 2008 13:22
    Francesco Rossolini

     Che si parli di Nazismo e di Stalinismo le cose poco cambiano, il diverso è il male, capo espiatorio, elemento di disturbo da eliminare, Questa è una peculiarità di tutti i totalitarismi e seppur il Fascismo fu un totalitarismo imperfetto non mancò una certa corrente xenofoba. Riabilitare il Fascismo è cosa non ammissibile, anche quegli aspetti effettivamente positivi introdotti dal Duce svaniscono dinanzi alle mostruosità perpetrare, prima fra tutte la delirante pretesa di conquistare il mondo a cui Mussolini si è prestato. 

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.107) 8 settembre 2008 13:44
    Francesco Rossolini

     errore nel mio commento, errore di battitura si legga "capro espiatorio"

  • Di Annalisa Melandri (---.---.---.253) 8 settembre 2008 17:43
    Annalisa Melandri

    Bene, e Veltroni adesso ne approfitta e si indigna ma la responsabilità è anche colpa sua secondo me, se la capitale si trova in queste condizioni, praticamente in mano alla destra e con i fascisti che impazzano per le strade, nel vero senso della parola. Quanto è stato tollerante Walter con certo ambienti fino a poco tempo fa, perfino nell’andare a inaugurare la sede dell’Associazione dei Fratelli Mattei con la fascia da sindaco al collo tra busti di Mussolini e croci celtiche. Bah...

    • Di Anellidifumo (---.---.---.83) 9 settembre 2008 04:11

      Annalisa, secondo me Veltroni ha molte colpe, ma non quella che dici tu. L’associazione dei Fratelli Mattei era da inaugurare proprio con la fascia da sindaco. Che poi in Italia ci sia una stagione di revanscismo fascista, questo è sotto gli occhi di tutti.

      Basti pensare che perfino Cristiana Alicata, iscritta al PD e nipote del comunista Mario Alicata, ha di recente scritto una lettera pubblica ad Alemanno su Repubblica, nella quale è andata a dire: "Riconosco la tua croce celtica e mi sta bene che la porti al collo perché è il simbolo del tuo ideale".

      Ricordo che la croce celtica è la croce usata dalle SS norvegesi e francesi durante la II guerra mondiale, poi presa dal movimento neofascista europeo e italiano negli anni Settanta. Un simbolo di morte che non deve stare al collo di nessun politico nazionale, meno che meno quando si è eletti a una carica istituzionale.

  • Di Annalisa Melandri (---.---.---.5) 9 settembre 2008 10:52
    Annalisa Melandri

    Sarà ma a me Veltroni con la fascia da sindaco al fianco di Roberto Fiore e davanti al busto di Mussolini ha dato i brividi. Il sindaco agisce in nome della cittadinanza, ma almeno in quell’occasione la fascia non mi rappresentava. Not in my name please.

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