• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > AgoraVox, libertà d’espressione ma non d’insulto

AgoraVox, libertà d’espressione ma non d’insulto

 

 La natura stessa di AgoraVox, basato su articoli proposti direttamente dai cittadini, lo rende aperto a una pluralità d’informazioni senza limitazioni ideologiche, politiche o religiose.

Questa è la forza e la differenza di AgoraVox rispetto ai media tradizionali caratterizzati da ferree direttive editoriali.

Abbiamo però riscontrato, come già paventavamo, che molti utenti non conoscono la differenza abissale che c’è tra libertà d’informazione e libero insulto. Non è ammissibile scrivere articoli o commenti che in qualche modo insultino le persone invece di criticare le idee.

Insulti, offese personali, espressioni scurrili e volgari non verranno accettati da AgoraVox, ne vale della credibilità del giornale e di chi vi dedica con dedizione e passione il proprio tempo.

Tale posizione è fermamente condivisa dalla redazione e dal direttore Francesco Piccinini che non può tollerare un uso scellerato di AgoraVox da parte d’individui che non hanno idea di che cosa sia informare.

Chiunque non abbia intenzione di rispettare questa elementare regola di buon senso è pregato di esimersi dallo scrivere su AgoraVox Italia e comunque gli interventi offensivi verranno cancellati istantaneamente e definitivamente.

Commenti all'articolo

  • Di Pietro Orsatti (---.---.---.107) 7 febbraio 2009 10:11
    Pietro Orsatti

    Da un lato c’è il buon senso e una rigorosa politica editoriale. Dall’altro l’incapacità da parte non di utenti quanto di mitomani o addirittura provocatori prezzolati (nei casi estremi). Basta tenere la barra dritta e continuare a fare il proprio lavoro. Poi se qualcuno continua c’è sempre il codice a darci una mano....
    Bravo Francesco a ricordarlo

  • Di hopla (---.---.---.128) 7 febbraio 2009 10:24

    Informazione non apologia o insulto...."Stretta su Internet", Roma Dnews 6 febbraio.
    Caso Facebook, prese misure di sicurezza. "Il Viminale potrà chiudere i siti che ospitano naviganti disobbedienti alle misure prese contro l’apologia o l’incitamento della criminalità organizzata, delle associazioni eversive, nonchè di incitamento alla violenza sessuale, all’odio etnico, razziale e religioso. Niente più gruppi dunque che inneggiano a boss mafiosi e stupratori.Il disegno di legge approvato al Senato non fa purtroppo riferimento alle sanzioni previste per i singoli naviganti ( per difficoltà di accertamento?) ma prevede multe salatissime per i siti ribelli. Questi con l’apposizione di filtri adeguati potrebbero essere al riparo dal disegno di legge sulla sicurezza".
    Nelle piazze virtuali e cosmpolite come Agoravox, dove il filtro è umanamente rappresentato dal decisivo impegno dei moderatori, se pure chi scrive dovesse non possedere il più semplice ABC delle regole giornalistiche, lo inviterei a quelle generali del "buon senso", anche nella libertà d’espressione più comune. In caso contrario: Quarantena per gli intrusi che minacciano la libera circolazione delle idee!
    hopla

     

  • Di soloparolesparse (---.---.---.245) 7 febbraio 2009 10:40
    soloparolesparse

    Non posso che sottoscrivere l’invito (che dovrebbe essere ovvio) di Francesco.

  • Di virginia (---.---.---.96) 7 febbraio 2009 11:05

    Concordo in pieno con l’editoriale di Francesco Rossolini.
    Se manca il buon senso, dovrebbe venire in soccorso l’idea di informazione. Che non è insulto, non è propaganda nè proselitismo. Se un fatto viene supportato da argomentazioni ( non insulti) è giusto che venga pubblicata l’informazione.
    Però è necessario il rispetto per l’idea altrui. Purchè non sia invettiva.
    Questo è il fondamento su cui si basa Agoravox Italia: libero spazio alle libere idee. Espresse in modo civile senza aberrazoni come volgarità, insulti, rabbiosi sfoghi personali.

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 7 febbraio 2009 11:05
    Rocco Pellegrini

    E’ giusto quel che dice Francesco Rossolini.
    Questa nostra bella piazza virtuale non deve essere trasformata in uno squallido serial televisivo, con comportamenti alla Sgarbi, dove le idee invece che confrontarsi liberamente diventano propaganda, insulto, faziosità, aggressione e sopraffazione delle persone.
    Tutto può essere criticato, discusso, confutato ma l’idea, l’argomento non la persona che lo ha scritto.
    Siamo in grado di capire questa essenziale differenza?
    Le persone ragionevoli e perbene lo fanno naturalmente ma è giusto vigilare sull’insieme perchè diventi un costume per tutti.

  • Di Francesco Piccinini (---.---.---.56) 7 febbraio 2009 11:05
    Francesco Piccinini

    Ovviamente ringrazio Francesco per l’articolo e ribadisco l’importanza di "dialogare"... Soprattuto in queste ore convulse per l’Italia

  • Di gianni (---.---.---.186) 7 febbraio 2009 12:13

    Mi associo a Francesco , Agoravox è uno strumento di divulgazione troppo importante per ridursi adi un contenitore di banali insulti.

  • Di mabo (---.---.---.158) 7 febbraio 2009 14:16
     
    Il problema posto da Rossolini e sottolineato dai commentatori è talmente evidente che non si può non concordare su tutto.
    Vorrei però porre l’accento sul tenore, non sempre consono ad una discussione civile, di molti commenti che, non potendo essere filtrati (cosa che non auspico in nessun modo) acquisiscono in maniera automatica visibilità fomentando reazioni non sempre controllabili.
    AGORAVOX NON è responsabile di queste cadute di stile ma deve trovare , a mio modesto parere un sistema per limitarle al massimo. Non ho una ricetta ma auspico che chi di voi ha più esperienza possa trovare una soluzione.
    Invito comunque i redattori a non cadere nelle trappole di alcuni “commentatorguastatori” che forse hanno scopi ulteriori, ma qui il discorso è molto più impegnativo.
     
    Un saluto
    Mauro Bonaccorso
     
     
  • Di Paolo Praolini (---.---.---.220) 7 febbraio 2009 14:56

    Mi unisco a Francesco ed al coro di coloro che come me parteggiano per un confronto costruttivo, indirizzato al trarre profitto ed arrichimento dalle idee altrui, senza dismettere le proprie.
    Fino ad ora Agoravox ha espresso un lavoro egregio e la sua redazione ha saputo moderare gli argomenti nel fiume delle idee circolanti.
    E’ chiaro che stiamo passando da un fiumiciatolo di 5 mesi fà ad un odierno torrente di informazioni, vasto quanto basta per incorrere in qualche fatto poco apprezzabile per toni e linguaggio, ma trattandosi di casi sporadici potranno d’ora in avanti essere meglio controllati.
    Tutto questo non fà che dar valore alla redazione che sta facendo crescere questo ’gioiello’ dell’informazione.
    Agoravox vai avanti così.

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 7 febbraio 2009 16:33
    maurizio carena

     Forse per la prima volta da quando lo "conosco" non sono d’accordo con Francesco Rossolini e la cosa mi dispiace da un punto di vista umano, oltre che lasciarmi perplesso da quello culturale. Ma forse e’ solo questione di cercare di capire.
     Mi spiego.
     Ad una prima chiave di lettura i concetti dell’autore paiono pienamente condivisibili; nessuno dovrebbe insultare nessuno e non solo in questa sede. Cio’ e’ evidente; e’ come se io dicessi "sostreniamo le nostre truppe" oppure "paghiamo le tasse". Tutti d’accordo e io per primo.
     Eppero’.
     Ci possono essere guerre "sbagliate" e tasse "ingiuste". In tempi recenti, coloro che osano sostenere tali posizioni non fanno piu’ la fine di Socrate, di Gesu’, di Giordano Bruno, anche se vengono "fatti fuori" con altri mezzi.
     E’ vero, Bertrand Russell, per la sua obiezione di coscienza alla prima GM, fini’ in galera, Martin Luther king, per la sua disobbedienza civile fini’ ammazzato. In Italia don Milani, per la sua mancanza di ortodossia, venne sbttuto in una chiesetta sperduta tra le montagne, per soffocarne la voce.
     Potremmo risalire a Thoreau, l’anarco-liberale americano che fini’ in galera per il suo rifiuto di pagare le tasse, poiche’ il suo Paese stava invadendo il Messico. Potremmo scomodare persino Antigone, il piu’ antico ed eterno esempio di liberta’ di coscienza.

    Ma non credo risolveremmo il problema.

     E il problema, a mio modesto avviso, e’ il seguente: chi stabilisce (e come) i "limiti" della liberta’ di espressione? Come si stabilisce cos’e’ l’insulto? Socrate, di ogni cosa, anche la piu’ evidente e banale, soleva domandarsi: " cos’e’ questo?" E la domanda e’ la stessa anche per noi, oggi.
     ...........................

     Tutti sappiamo che la netiquette di internet e’ una racolta di intenti che non vincola formalmente nessuno, fermo restando che ogni "rete sociale" com’e’ anche Agora vox" puo’, e al limite deve, darsi delle regole.
     Le redazioni dei mainstream hanno "codici deontologici" di autoregolamentazione.
     Gli stati hanno i codici penali (e quelli meno raffinati le pallottole, per i giornalisti "rompicoglioni")
     Gli stessi antichi greci stabilivalo le "regole" il nomos, i limiti ideali della polis, prima ancora della costruzione delle mura stesse della citta’.

     Nulla puo’ esistere senza dei limiti (ovvero regole). Ma essi sono la cosa, credo, piu’ difficile da stabilire, perche’ non esiste un criterio oggettivo per distinguere il bene dal male.
     Non e’ come in matematica. 
     Possiamo, piu’ o meno temporaneamente, accordarci su qualcosa, ma sapendo che, un domani, quel certo sentire, quel certo valutare, potra’ essere radicalmente modificato. E io, per quel che vale, credo sia giusto cosi’.
    Ma il punto e’ un’altro. Noi non sappiamo cos’e’ l’ "insulto", nel campo della liberta’ d’espressione, specie nel web.
     O meglio, crediamo di saperlo benissimo, all’unica condizione di rinunciare alla liberta’ di espressione. E’ un po’ come la definizione di "terrorismo", non la si trova perche’ i tuoi eroi sono i miei "terroristi" e viceversa.

     Tutti aborriamo gli insulti e pochi pensiamo che all’aumentare del tono della voce aumenti anche la consistenza delle nostre argomentazioni (semmai e’ il contrario).
     Tutti vorremmo che gli "altri" la pensassero piu’ o meno come noi, specie in politica, religione, etica, nazionalismo etc... e tutti saremmo propensi a considerare "insulti" le cose che non ci garbano.

     Salman Rushdie e’ ritenuto colpevole dal miliardo di islamici di aver offeso Maometto, mentre altri "miliardi" la pensano all’opposto. Come la risolviamo? Con la guerra, come sempre...? (sic)

     Shopenauer scrisse il suo celebre libello "l’arte di insultare", in Shakespeare vi e’ un campionario praticamente infinito di "insulti".
     Mi pare di ricordare anche un Oxford dictionary dedicato al tema. Aristofane nelle sue "nuvole" prendeva in giro un po’ tutti. 
     I giornalisti di mezzo mondo vengono incarcerati col pretesto di "offesa al re". 
     Lo stesso Di Pietro e’ stato or ora denunciato dall’unione camere penali (mi pare) per "offesa al presidente della repubblica" per l’accostamento di Napolitano alla mafia (a tirare per i capelli la categoria del "framing")

     Con questo voglio tentare di mettere in luce che la stessa cosa, che in una parte del mondo e in una certa epoca, ti conduce a premi e studi televisivi, in un’altra parte di mondo ti puo’ condurre alla gogna o al patibolo.
     
     Io, ancora oggi , non so quale sia il limite da mettere alla liberta’ di espressione, ma credo che essa coincida, semplificando provocatoriamente molto, con la liberta’ d’insulto, nel senso che siccome non possiamo stabilire cos’e’ l’insulto, dobbiamo tollerarlo; e’ il prezzo da pagare, alto, lo so.

     In pratica secondo me, se si vuole la liberta’ d’espressione, si deve lasciar parlare proprio chi ci fa orrore, nella sostanza. La forma mi pare pretestuosa e relativamente priva di importanza.
     E’ piu’ grave un "vaffanculo" al personaggio pubblico di un povero "uomo della strada", poco scolarizzato e molto scoglionato, oppure, il negazionismo di alcuni professori e/o scrittori, che arrivano a negare la shoah? Io, credo sia molto peggio la seconda posizione, eppero’ sui mainstream, fatti apposta per tenere il popolino sottomesso, vale il contrario. Ma credo che per internet, che e’ un medium antitetico ai media di potere, valga l’esatto contrario. Non so se ho ragione, forse no. Ma non riesco a pensarla diversamente. A meno di non volere la censura.
     I boss vogliono andare su facebook? che ci vadano.
     I nazi o i fasci vogliono tenere conferenze sul furer o su Almirante? benissimo. Mi fanno orrore, ma se vogliamo la liberta’ di parola devono poter parlare anche loro. Soprattutto loro (sic)

     Ecco perche’ non sono d’accordo con Francesco, pur essendo nello stesso tempo d’accordo. Detesto gli insulti e le menzogne e l’ipocrisia ma purtroppo estirpando loro si rischia di butare via il bambino (la liberta’ d’espressione) con l’acqua sporca. Non so se riesco a spiegarmi.
     ...............
     I recenti atti di vandalismo sui pezzi relativi a Soru e le elezioni sarde, evidente opera di prezzolati elettorali, sono, forse, la causa del pezzo di Francesco Rossolini. Sotto questo aspetto le sue intenzioni sono piu’ che legittime e condivisibili oltre che moralmente elevate.
     Pero’ bisogna spiegarsi bene, perche’ i principi, in teoria tutti molto edificanti e nobili, poi si scontrano con la realta’ e si sa che, con le buone intenzioni sono lastricate le strade dell’inferno.
     Non vorrei che un domani, sulla base degli stessi (pur nobili) principi, il nostro governo semi-fascista o il nostro stato tutelare, ci limitasse drasticamente la liberta’ d’espressione. (e’ gia’ successo e succedera’ ancora).
     
     Io ci ho pensato. Cosa fare quando un debosciato intellettuale, un vile prezzolato cialtrone e infame viene a sputare e infangare il lavoro di un reporter che magari ci ha messo 5 ore a buttare giu’ il suo pezzo?
     Io ci ho pensato, ma non ho trovato alcuna soluzione, se non quella contingente e abborracciata, da me proposta (e ringrazio la redazione per averla accolta) della "moderazione" dei commenti e della loro eventuale (mi si contorcono le budella a scriverlo) "eliminazione"
     E questo in nome di un unico principio: l’onesta’ intellettuale.

     Non gli insulti ma l’onesta’ intellettuale dovrebbe secondo me segnare l’unico spartiacque tra cio’ che si puo’ scrivere e cio’ che e’ solo feccia da eliminare.

    Ogni tipo di filtraggio e’ una fortissima censura e anche la moderazione lo e’. Certo, convengo che una qualche regola ci dev’essere, ma giudicare e’ sempre il compito piu’ difficile.
     E insulto puo’ essere un’iperbole, una sineddoche, un semplice accostamento, un non detto. Ci sono centinaia, forse migliaia di modi di insultare, con sfumature e gradazioni infinite. Esse servono ai governi per controllare la popolazione ma noi non dovremmo cadere nell’equivoco, autocensurandoci.

     Solo l’onesta’ intellettuale dovrebbe essere la sola discriminante. Ma non Cchiedetemi cos’e’, ve ne prego.
    Credo che essa dovrebbe essere esercitata da tutti i partecipanti di qualsiasi rete sociale e dovrebbe essere valutata e misurata caso per caso.

     Il "Deutsches requiem" di Borges (L’Aleph) una vera e propria apologia del nazismo, cio’ che piu’ io ho sempre odiato, e’ una pagina di letteratura eterna, che farei imparare a memoria ai miei figli, se ne avessi.
    Perche’ e’ scritto con l’anima e tutti possiamo, se siamo sinceri, capirlo.

     Uno scritto prestestuoso, volgare, provocatorio, anche se privo di parolacce, e anche se inneggiante al "partito delle liberta’ " puo’ essere invece molto piu’ che offensivo e insultante; esso puo’ rivelarsi intellettualmente disonesto, ed e’ solo, in ultima analisi, sulla base di questo principio che dovrebbe essere...censurato (ecco, ce l’ho fatta a scrivere la maledetta parola, la vera parolaccia).
     
     Ma non chiedetemi cos’e’ la disonesta’ intellettuale. Lo so finche’ non me lo si chiede.
     Per questo dobbiamo stabilirlo caso per caso, volta per volta. Magari sbagliando. Ma senza certezze, senza sottrarci alla fatica di porci le domande, quelle domande che dovremmo porci sempre se vogliamo avere dare un qualche significato a cio’ che scriviamo. Perlomeno, cosi’ e, nel mio piccolo.

     Non so se cio’ che ho scritto possa avere un senso, ma lo sento profondamente, e non tanto come qualcosa di "vero", quanto come qualcosa di "giusto" e chido quindi scusa a tutti per la mia presunzione.
    m.c.





    • Di Francesco Rossolini (---.---.---.165) 7 febbraio 2009 16:52
      Francesco Rossolini

       Ma la questione è che non esiste un vero assoluto ed un corretto assoluto ma esiste l’insulto "assoluto". L’insulto non è accettato su AgoraVox fine della questione. 
      Il direttore Francesco Piccinini si è espresso su tale misura e chi non concorda in questa può farsi un bel sito personale dove riversare insulti ed offese. 

      AgoraVox non accetta la volgarità, l’insulto, l’offesa personale e via dicendo. Non attenersi a questa elementare regola è una profonda mancanza di rispetto verso chi ha messo a disposizione dei cittadini questo fantastico servizio che si chiama AgoraVox.




    • Di hopla (---.---.---.128) 7 febbraio 2009 20:21

      Quarantena per gli intrusi che minacciano la libera circolazione delle idee, addirittura uno slogan, per mettersi al riparo da ciò che pare danneggiarci, stamane. Ma l’interessantissimo commento di carena in questa lunga lista lista di commenti segna uno speciale spartiacque, che avvisa di non sottovalutare la questione.
      h

    • Di edwin long (---.---.---.125) 7 febbraio 2009 22:39

       l’articolato intervento di carena dimostra a mio avviso la complessità della materia e la difficoltà oggettiva di trovare un modo equilibrato che salvi al tempo stesso la libertà di espressione e la libertà di non ricevere / veicolare insulti o volgarità. non sono il direttore del giornale e riconosco solo a lui l’autorità di prendere decisioni in merito. tuttavia condivido in pieno le perplessità ed i dubbi di carena e considero tutto sommato meno "osceno" tollerare ( che non significa condividere) insulti ( che si qualificano da soli e sui quali i lettori intelligenti sanno esprimere un giudizio) piuttosto che " censurare " la libera espressione secondo criteri opinabili e necessariamente di parte.

  • Di Aldo Ficara (---.---.---.16) 7 febbraio 2009 17:52

    Agoravox rapresenta l’incontro della cultura con la tolleranza verso le ide altrui, creando le condizioni per un’informazione vera e rispettosa, senza alcun condizionamento.
    L’insulto e la volgarità gratuita sono una minaccia costante al libero pensiero.

  • Di Gloria Esposito (---.---.---.73) 7 febbraio 2009 19:25

    I commenti che contengono insulti oppure giudizi personali sgradevoli devono essere ignorati.E’ difficile (perchè a me se una cosa non va giu’ viene da dirlo) ma è l’unica strada.
    E’ bene sempre ricordare le regole per avvisare ed evitare equivoci.
    Grazie Francesco Rossilino per l’articolo,perchè un paio di volte ho letto dei commenti davvero spietati(se non ricattatori) e fatti ad hoc per disturbare e non è giusto,perchè cosi si sminuisce il dibattito e quindi il senso di libertà che quando si scrive su Agoravox è importante che si senta.
    Saluti a tutti

  • Di Truman Burbank (---.---.---.7) 7 febbraio 2009 20:11

    Il problema è ricorrente in tutti i siti web ma le soluzioni non sono semplici.
    Una prima azione di chiarezza è stata fatta: attenzione che i commenti sono controllati e gli insulti verranno rimossi senza preavviso.
    Una seconda azione potrebbe essere il riportare alcune regole fondamentali in un codice di condotta, una paginetta accessibile da homepage.

    E questa era la parte facile. Perchè la parte difficile è riuscire a moderare i commenti con delle leggi liberticide che proibiscono la liberà di parola su internet. Non è difficile instaurare la censura su internet: basta fare leggi confuse con pene alte e lasciare discrezione agli organi di polizia. Da tempo la strada è spalancata in questa direzione.

    In queste condizioni fare informazione può essere molto difficile. E’ più semplice emigrare. Un server fuori dall’Italia è oggi l’unica soluzione per chi vuole fare informazione seriamente.

  • Di Elia Banelli (---.---.---.235) 7 febbraio 2009 20:37

    E’ talmente lapalissiano che l’insulto non c’entra un fico secco con le idee e l’informazione che sembra superflua una discussione su questo punto.
    Comunque il filtro è quanto mai necessario per evitare il sopravvento dell’anarchia verbale.
    Grazie Francesco per la precisazione.
    Sono sicuro che Piccinini e Raiola sapranno fare un ottimo uso di questo limite, che coincide con una seconda fase di maggiore maturità del sito.


    • Di Ivo.Cap. (---.---.---.126) 7 febbraio 2009 21:17

       L’insulto va di moda da quando è nata la televisione spazzatura, fatta proprio di insulti, parolacce, chi più urla crede di avere maggiore credibilità. Un metodo questo che non accetto e che condanno da diverso tempo. Ricordate i Ferrara, gli Sgarbi, per non parlare di quello che accadeva nelle trasmissioni sportive con Mosca, oppure con il processo del lunedì, dove il conduttorfe Biscardi, faticava a tenere calmi i suoi ospiti in studio. Una forma molto fine di insulto, è quella adottata da qualche tempo dal mostro premier Berlusconi, con i suoi interventi alla Don Chisciotte contro la sinistra, quando usa prepotentemente termini come : lo stalinismo, il sovietismo,editti bulgari e ..chi più ne ha più ne metta. E’ un po’ come combattere contro i mulini a vento, questo suo comportamento. Bene ha fatto quindi il nostro Francesco a riproporre tale argomento, proprio per dimostrare che la linea seguta da agoravox è allineata al massimo rispetto della persona e delle cose che di tanto in tanto passano dal nostreo portale.

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.165) 7 febbraio 2009 21:35
    Francesco Rossolini

     Ringrazio tutti per il prezioso contributo dato alla questione.
     
     L’arroganza, la prepotenza e la maleducazione sono le uniche armi, spuntate in verità, di chi non ha nulla da dire. Sono le armi di chi ignora eppure vuole imporsi sugli altri. La saccenza è lo specchio dell’ignoranza. 

    • Di hopla (---.---.---.128) 8 febbraio 2009 21:54

      ...e 19 commenti pro articolo e tre riflessivi apparentemente contrari, non sanno di saccenza, mi domando?

    • Di cafenoir (---.---.---.70) 8 febbraio 2009 22:25

      Secondo me no, sono solo delle persone che sono d’accordo. Come capita che tre riflessivi siano contrari per motivi anche apprezzabili, ma secondo me sfugge il punto. Un conto è la censura, che comunque non è l’obbiettivo di chi scrive qui, sono passate delle opinioni e degli scritti che molte volte non contenevano poi fonti troppo verificate ed è già una bella concessione visto che si suppone sia un sito d’informazione vera e libera da orientamenti o qualunquismi. Non so se avete letto gli articoli e le opinioni in generale, ma qui si è sempre stimolato il dialogo e anche lo scontro, con la piccola richiesta di rimanere sempre civili. Che è poi la regola di una società decente che troppe persone ignorano al giorno d’oggi, dando ampio spazio a insulti di carattere PERSONALE, che intasano si una rete e non portano a nulla. Non ci nascondiamo dietro l’allarme censura, nessuno vuole censurare un bel nulla, ma se permettete "tua madre" e "figlio di pu.." mi sembrano tutto tranne opinioni contrastanti che stimolano uno scambio salutare. Che si può anche accendere a livello di toni, perchè no, ma pur sempre rimanendo in tema. Se l’idea è quella di insultarsi uno con l’altro basta aprire un forum "ti insulto" e farlo lì o fare i provini per uomini e donne.
      Nessuno si aspetta che tutti siano d’accordo con chi scrive, e io sono una di quelle, anzi se ci sono opinioni contrarie tanto meglio, almeno se ne parla. Siccome la gente che scrive qui non agogna all’insulto personale anche quando i pezzi vengono criticati aspramente (ovvero molte volte si ignora che chi commenta abbia un atteggiamento aggressivo) L’unica richiesta rimane avere un minimo di rispetto in cambio.
      Non mi sembra chiedere molto, rispetto porta rispetto,pur rimanendo di pareri discordanti.

    • Di Francesco Piccinini (---.---.---.56) 8 febbraio 2009 22:34
      Francesco Piccinini

      Non avrei saputo esprimermi meglio...

    • Di hopla (---.---.---.128) 9 febbraio 2009 08:41

      Non per sollevare questioni inutili ma per riaprire la discussione su alcuni punti trascurati che mi sembravano importanti. Posto con il semplice "mi domando" nn poteva funzionare e di questo mi scuso. Se non c’è trollismo poi contrario alla netiquette tra gli interventi e flaming in agguato da scongiurare la discussione ha respiro, come questa.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 9 febbraio 2009 15:35
      maurizio carena

       Mi faresti una lista degli "insulti" che tu proibiresti?
      "Culo", per esempio, sarebbe tra quelle? E allora il vaffanculo day l’avresti censurato?
      "Padrino" lo consideri un insulto? Non lo e’ infatti. Eppure Montanelli, Indro Montanelli, lo storico maestro di giornalismo italiano venne prima querelato da DeMita e poi, successivamente condannato, per la "colpa" di aver chiamato il notabile democristiano "padrino" in un suo fondo.
       E si potrebbe continuare all’infinito: comunista e’ un’insulto? e fascista lo e’ oppure no?

       Le parole sono pietre, ma pietre diversissime tra loro.
       L’insulto dipende quindi dal contesto, dalla fonte, dall’intenzione, da molte cose. Non e’, credo, cosi’ semplice.
       A volte l’insulto e’ un grido di dolore, di chi vorrebbe magari esprimersi meglio ma non ne ha i mezzi. E credo che il sottile veleno degli azzeccagarbugli prezzolati del potere sia molto piu temibile, anche se educato. Infatti Mussolini, inventore dei "reati a mezzo stampa" italiani, oltre all’ingiuria previde la "diffamazione", con cui, ancor oggi si trascina in tribunale Travaglio (e non solo lui)

       E comunque mi spaventa un po’ la sicurezza dei 19 contro i 3 dubbiosi. Io mi reputo il piu’ dubbioso dei tre. Non ho una ricetta, a parte la moderazione contingente dei troll. Ma mi pare sfugga il pericolo al quale ci si espone.
       Per scuotere il potere servono parole sempre nuove. Trovare il limite e’ difficile, se non impossibile: e’ un continuo, credo, ballon d’essai.
       Forse, in casi estremi, bisogna censurare, pardon: moderare. Io stesso ho recentemente richiesto tale provvedimento, dopo i vandalismi sugli articoli dedicati alle elezioni regionali sarde. Pero’ bisogna rifletterci un milione di volte, caso per caso, sapendo che si tratta di censura e ricordarsi sempre che, come diceva Eduardo Galeano, non bisogna aver paura delle urla dei violenti, ma del silenzio degli onesti. Specie per chi scrive. 



    • Di Francesco Piccinini (---.---.---.56) 9 febbraio 2009 15:41
      Francesco Piccinini

      Caro Maurizio, infatti non è una regola precisa di vocaboli utilizzabili o non ma, certamente, oggi non potevamo non cancellare un commento che dava della "puttana" ad una giornalista... Penso che su questo siamo tutti d’accordo.

      Padrino? I ragazzi di Brancaccio chiamavano Padrino Don Pino Puglisi...
      Un abbraccio
      Francesco

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 9 febbraio 2009 17:36
      maurizio carena

        Caro Francesco,
       d’accordissimo sul provvedimento contingente cui ti riferisci.
       Io stesso ho chiesto una cosa "odiosa" come la moderazione dei commenti, del vandalo in malafede, al mio ultimo articolo (e sapendo che avrei creato un grave precedente).

       Ma ho voluto "insistere" sull’argomento solo perche’ ritenevo che cio’ che l’ha originato, il breve pezzo del bravo Francesco Rossolini, non fosse sufficientemente argomentato e potesse creare equivoci, su un argomento di somma importanza: la liberta di espressione. Inoltre credo che il dialogo sia una suprema virtu’, visto che nessuno conosce la verita’ e impariamo solo dai nostri errori.

       Noi siamo in buona fede ma non vorrei che, un domani, il potere, un qualunque potere, dal governo a una redazione, potesse imporre una qualsiasi censura alla liberta’ di pensiero, coi piu’ nobili principi. Com’e’ sempre accaduto. Perche’ nulla e’ aquisito per sempre, come tu sai.

       Mi rendo conto che certe provocazioni, evidentemente, qui e ora, non sono tollerate e vanno censurate, ma quella bilancia pende per un capello o, almeno, dovrebbe. E solo sino a quando non troveremo il modo di lasciar esprimere tutte le voci; sempre che quel sistema si trovi, sempre che quel sistema esista.
       Quindi, ben venga, oggi, la (sporadica) "moderazione" dei commenti e la loro eventuale eliminazione ma consapevoli che si tratta di censura, il peggior sistema, (parafrasando qualcuno), ma non se ne conoscono di migliori.

       Mi piacerebbe, detto per inciso, scrivere un pezzo sull’argomento, magari per ampliare e vedere da un ulteriore angolo visuale quanto esposto da Francesco Rossolini, anche se sono piu’ i dubbi che le "certezze"; mi sto domandando se potrebbe essere d’aiuto ad una maggior comprensione.
       Semmai lo faro’ sara’ piu’ per i commenti e il dialogo che spero riuscira’ a stimolare che non per il "valore" del pezzo in se’, difficile e meritevole di ben altro autore che il sottoscritto.
       Inutile aggiungere che comprendero’ se la redazione non riterra’ opportuno "pubblicarlo".

       Ti ringrazio per l’interessamento che hai dimostrato e i miei complimenti per come state gestendo dalla redazione questo nuovo tipo di giornalismo e tutti i suoi piccoli grandi problemi.
       Saluti.
       m.c.




  • Di hopla (---.---.---.128) 9 febbraio 2009 18:02

    Mi è piaciuto l’intervento di Truman Burbank						: "... difficile è riuscire a moderare i commenti con delle leggi liberticide che proibiscono la liberà di parola su internet. Non è difficile instaurare la censura su internet: basta fare leggi confuse con pene alte e lasciare discrezione agli organi di polizia. Da tempo la strada è spalancata in questa direzione".
    Apre secondo me un livello superiore di discussione sul quale inviterei truman a scrivere di più, o a chi ne sa di più, magari spiegando meglio.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares