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Affare Battisti: il nuovo ambasciatore italiano in Brasile sarà Ronaldinho

Cesare Battisti, presunto ex terrorista, scrittore, condannato all’ergastolo in Italia per responsabilità in quattro omicidi (alcuni lo vedrebbero come esecutore, altri come palo o complice), rifugiato in Francia e protetto fino al 2004 dalla "dottrina Mitterand", poi latitante, in Brasile, dove è stato recentemente arrestato.
l’Italia ne chiede l’estradizione.

Il Brasile la nega.
O meglio, il Comitato Nazionale per i Rifugiati pone un "no" sulla richiesta di scarcerazione, ma tempestivamente interviene il ministro stesso della giustizia, Tarso Munro, avvenimento, dicono, unico, a consegnare nelle mani di Battisti la libertà.

"Per "salvare" Battisti, il ministro ha utilizzato l’argomento del "fondato timore di persecuzione per le sue idee politiche", argomento indispensabile per riconoscere la condizione di rifugiato politico, come prevede la L.9474/97. Tarso ha osservato che e’ "normale e prevedibile" che, in momenti di estrema tensione sociale e politica, inizino a funzionare "apparati clandestini o paralleli, che si autoinvestono dell funzione di giustizieri". Non solo: il ministro della Giustizia ha fatto notare che Battisti fu condannato per la testimonianza del suo ex compagno nell’organizzazione, Pietro Mutti, premiato per la sua delazione, e senza nessuna prova." (da Repubblica)

E’ a questo punto che il governo italiano, seguendo di pari passo la conferma della decisione ministeriale del presidente Lula, decide di revocare l’ambasciatore italiano in Brasile.

Questi si chiama Michele Valensise, e senza nemmeno troppa fatica in rete, si può ben trovare notevole materiale su di lui (denunce, accuse di prevaricazione, e molto altro), tra cui una limpida accusa di reato per aver creato una lettera pre-datata (reato in Brasile) per giustificare la sua posizione, fatto per il quale la giustizia brasiliana aveva direttamente chiesto all’Italia di agire.

Ma questa è un’altra storia che racconteremo, ed è un esempio della forte eticità dei potenti italiani all’estero, a cui alludirò nuovamente tra poco.



Partiamo da una analisi dei fatti. Io non ho idea se Battisti sia colpevole o meno, lui si è sempre dichiarato innocente, la giustizia italiana lo ha condannato. Difficilmente riesco a mettere in dubbio la parola dei magistrati, ne andrebbe di un intero sistema, fatto sta che non sarebbe poi così stupido ammettere che la giustizia italiana riguardo agli anni di piombo è sempre stata un po’ sommaria. O almeno questa è l’accusa che gli intellettuali francesi muovono, o che gli stessi firmatari (1500 persone) sul sito Carmilla, sostengono. Non ci sono sufficienti prove, dicono, tranne le parole del "pentito" Mutti.

Daniel Pennac, Fred Vargas come Erri de Luca, in molti si sono mobilitati per difendere Battisti.

Io non lo difenderò, non ho idea di cosa possa o non possa avere fatto.
Questo lo dovevo dire per mettere le mani avanti prima ancora di essere accusato di "terrorismo".


Andiamo avanti. Le parole del ministro della giustizia brasiliano ci fanno leggere tra le righe alcune cose. L’accusa tra le righe è che la giustizia risenta pesantemente (ed in un certo senso è vero), dell’atmosfera che si sta creando in Italia. Mi spiego meglio, portandovi un esempio: la cultura brasiliana ha seguito attentamente questo governo e ne ha valutato negativamente tutta l’opera, bollandolo come "razzista". Addirittura alcune televisioni hanno messo in onda speciali sull’Italia razzista contro i Rom e cose del genere.

In generale, credo sappiate come siamo visti all’estero. Ci accompagna l’idea del turista imbecille, specie in Brasile, che va a letto con le ragazzine, del buono a nulla spendaccione. Se poi all’estero guardano anche solamente alle figure dei nostri ambasciatori (vedi sopra), capisco benissimo l’idea.

Questo clima italiano, dicevo, di ritorno al ventennio, questo razzismo, porterebbe secondo loro in auge la voglia di giustizia davvero sommaria, o quantomeno la totale impossibilità di Battisti di difendersi.
Ma c’è un errore di fondo.

(riguardo all’arresto di Battisti)
"Soddisfazione per l’operazione è stata espressa dal presidente del Consiglio Romano Prodi, dal ministro dell’interno Giuliano Amato e dal ministro della Giustizia Clemente Mastella che si sono congratulati con le forze dell’ordine." (Panorama 18 marzo 2007)

Tuttavia trovo eccessivo l’atteggiamento di Frattini, questa insipida voglia di litigare, di mostrare un profilo forte al resto del mondo.
Pensateci.


Lula in visita in Italia viene ricevuto da Ronaldinho. Un mese dopo l’Italia richiama il suo ambasciatore.

Come fa a passare per un paese serio?!

A meno che non si tratti di una nuova idea del nostro premier: richiamare Valensise per offrire il posto a Ronaldinho, o Pato, o perchè no, Falcao.

vedi inoltre:
lista firme del sito Carmilla on line in favore di Battisti
Lettera di Daniel Pennac a Battisti
sito francese per Cesare Battisti
la lettera di Napolitano a Lula

Commenti all'articolo

  • Di Max (---.---.---.180) 29 gennaio 2009 10:43

    Sarebbe bello comprendere da quale fonte si apprende del modo d guardare gi Italiani che hanno in Brasile. Oppure chiedere all’ autore dell’articolo se ha mai visto gli atti relativi al processo Battisti. Oppure perchè è convinto che per essere originali si debba andare controcorrente, ma soprattutto perchè, non se ne va in Brasile dove potrebbe incontrare il favore di tanti di intellettuali nostalgici ancora inzuppati di comunismo.
    Tante domande ancora sarebbero opportune, ma io devo lavorare, come moltissimi italiani per bene che di Cesare Battisti e anche di certi opinionisti hanno le scatole piene.

  • Di Annalisa Melandri (---.---.---.83) 29 gennaio 2009 12:46

    Ottimo articolo Riciard. Sulla sommarietà della giustizia italiana negli anni di piombo, due volumoni della Casa Editrice Sensibili alle Foglie, "Il carcere speciale" e "Le torture affiorate" inseriti nella Collana Progetto Memoria.
    Forse un po’ di aprte ma comunque un apporto notevole e importante di dati, situazioni ed eventi di quella che è stata la prigione politica in Italia.
    Il Brasile bene ha fattto, niente lascia immaginare che adesso sia diverso. E poi, Genova non ha insegnato forse qualcosa? Forse più ai brasiliani che non a tutti quelli che si stanno sbracciando perchè vogliono vedere Battisti in carcere, di destra e di sinistra...
    Saluti.

    • Di stev (---.---.---.62) 2 febbraio 2009 14:39

      Bene ha fatto il Brasile?
      Bene, prendi le tue valige e vattene, se non hai rispetto per le leggi del paese in cui vivi, se non hai rispetto per una sentenza emessa dopo TUTTI i gradi di giudizio...cosa ci fai qui.
      Se sei convinta che le accuse di tortura, ecc fatte sono reali...non so cosa dirti!
      Mi fa specie notare come qualsiasi processo deffinitivo con prove e pentiti a carico di esponenti che hanno infangato il nome della sinistra...siano sempre messi in discussione, mentre i processi infiniti dove esponenti di destra incriminati per stragi con prove decisamente ad interpretazione...sono sicuramente colpevoli.
      Che ci sia un pelo di discriminazione mentale?
      Se è innocente che lo provi...o per questo signore esistono leggi speciali?

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 29 gennaio 2009 16:38

    Scusate ma Battisti ha o no ucciso delle persone? Se si è macchiato di reati di sangue allora dovrebbe scontare la sua pena per un’elementare logica di giustizia. Sia la Francia che il Brasile hanno un atteggiamento allucinante. Figuratevi, cosa sarebbe successo nel caso contrario? Se noi italiani avessimo dato asilo ad un terrorista francese o brasiliano? Il Brasile deve rispondere di quel che fa ed il governo italiano ma vedo ormai tutto il parlamento fa bene a chiedere conto del perchè ci si comporta con tanta protervia. 

  • Di Riciard (---.---.---.182) 29 gennaio 2009 17:21
    Riciard

    La mia opinione su Battisti, sul caso, trapela tra le righe, ma non è così manifesta come alcuni, nel bene e nele male, hanno creduto. Ho cercato di posare l’accento altrove, ovvero:
    se un americano, durante il governo D’Alema, vola a quota bassissima e trancia un cavo della telecabina, causando la morte di ben 14 persone, il governo italiano risulta impotente. L’americano verrà processato negli Stati Uniti e dopo poco sarà libero di tornare a bombardare in Kosovo.
    Questo per dire che è inutile che ci parlino di quanto la nostra immagine all’estero sia forte, non lo è. E’ stupido pensare al sogno di un’Italia grandiosa, non lo è mai stata in tutta la storia.
    E visto, appunto, come ci comportiamo e come ci vedono all’estero, si spiega il perchè di questa situazione.
    Il Brasile non vuole assolutamente estradare Battisti per due motivi: crede che negli anni di piombo la giustizia sia stata sommaria e veloce (e lo credo anch’io), e teme che l’Italia sia un paese fascista che negherebbe anche la sola possibilità di appello del condannato.
    Chi gli dà questi alibi, questo credo?
    Io ho provato a rispondere.

    • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 29 gennaio 2009 17:38

      quel che crede il governo brasiliano è davvero assurdo, dal momento che possiamo ricevere lezioni da molti ma non certo dai brasiliani, che sono noti, tra l’altro, per i massacri dei bimbi di strada.
      Da che pulpito viene la predica!
      Forse, semplicemente, come succede dappertutto in Brasile, paese corrottissimo rispetto al quale l’Italia è il "paese dello stato di diritto", Battisti o chi per lui ha dato al ministro competente una bella robusta tangente, come fa qualsiasi turista che incappa in una pattuglia di polizia per leversali di torno.
      Noi diciamo, diciamo ma non potrebbe esser questo il vero contenzioso?
      Sarò cincico ma il Brasile un pò lo conosco e con i soldi fai tutto, ma veramente tutto.

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.185) 30 gennaio 2009 01:59
    Francesco Rossolini

    La questione è che il Brasile non può in alcun modo non estradare un condannato in ultimo grado per fatti di sangue, sia esso un terrorista, un nazista, un serial killer o quello che volete. Ci sono delle norme internazionali che vanno rispettate altrimenti è veramente la fine della legalità.

    Concordo poi con Rocco sul fatto che non sia di certo il Brasile a poterci dare lezioni in tal senso. 

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