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Accorinti trema: Messina insorge contro la Tares

Un improvviso vento di "rivoluzione" spira tra le strade di Messina. Nella città dei "buddaci" qualcosa sta cambiando: la goccia che ha fatto traboccare il vaso è riconducibile a una Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi) che i messinesi giudicano sproporzionata rispetto all'effettivo servizio realmente fruito. Domenica 12 gennaio, la città esprimerà il proprio dissenso e pretenderà delucidazioni in merito dal sindaco Renato Accorinti.

Messina città dei paradossi, dove i cittadini dovrebbero pagare una Tares più sostanziosa rispetto a quella richiesta a Milano. Il messinese questa volta non ci sta, e il 12 gennaio a Piazza Unione Europea (Municipio) alle ore 10 e 30 inizierà una manifestazione contro questa sproporzionata tassa sui rifiuti; in una delle città più sporche e degradate d'Italia. Il sindaco "del popolo", Renato Accorinti, dovrà spiegare ai cittadini le motivazioni attraverso le quali i messinesi saranno costretti a pagare un tributo così elevato.
 
Questa volta non ci saranno sconti: se con le precedenti amministrazioni il messinese si è mostrato arrendevole quanto rassegnato, in quest’occasione dovremo essere determinati. Accorinti si è insediato a Palazzo Zanca con proclami populisti al rinnovamento e alla trasparenza, basando su questi punti la sua campagna elettorale, adesso dovrà rispondere alla città degli impegni presi. La coscienza dei messinesi si è risvegliata. Questa volta non basteranno talune furberie da parolaio per sopirla.
 
Occorre un presidio di protesta che proceda ad oltranza fin quando il primo cittadino non fornirà le risposte richieste dal suo popolo. Una manifestazione di un paio d'ore sarebbe più coreografica che efficace; serve continuità se vogliamo ottenere un qualunque risultato. L'epoca del "cittadino pecorone" è tramontata, lo stesso Accorinti (sulla carta) dovrebbe possedere una mente "aperta" per rendersene conto. Inutile lamentarsi e restare inermi, questa volta occorre protestare in massa, pacificamente ma in maniera costante; altrimenti tacere e pagare senza imprecare.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.19) 10 gennaio 2014 16:30

    Sono uno dei promotori della manifestazione di domenica prossima "Comitato 12 gennaio". Diffido i giornalisti dal chiamare la nostra manifestazione "anti-Accorinti" o qualsivoglia strumentalizzazione di schieramento ci vogliono appellare.

    Nel sollecitare al più presto una rettifica, espongo qui l’articolo del giornale online Tempostretto, il quale è stato decisamente più preciso e meno fuorviante.
    Cordiali saluti.

    Su Facebook i toni erano sembrati molto più forti e battaglieri, la rivolta anti-Tares non sarà invece una protesta contro amministrazione e consiglio comunale che hanno introdotto il nuovo tributo sui rifiuti, ma vuole essere un’occasione di proposta e di riflessione. Si sono presentati così i membri del neo comitato “12 gennaio” che a Palazzo Zanca ha illustrato i dettagli dell’iniziativa organizzata per domenica mattina a piazza Unione Europea. Un comitato che si dichiara apartitico e apolitico e che vuole solo essere la voce dei tanti cittadini indignati per una tassa così alta a fronte di servizi così scadenti. All’interno del comitato si sono riuniti “L’altra Messina” oggi rappresentato da Giuseppe Vita, “Metropolis per le famiglie” con Nicola Currò, “Solo Messina” con Francesco Buonasera, ilSindacato delle Famiglie, precise le proposte rivolte all’amministrazione:sospendere in autotutela la delibera sulla Tares, rivedere la determinazione dei nuclei familiari sulla base delle variazioni intervenute nel corso dell’anno, rivedere il calcolo delle superfici abitative sulla base dell’effettiva dimensione delle stesse senza tenere conto di pertinenze (cantine o garage), attivazione del sistema di premialità con rilascio di certificazioni alle isole ecologiche, l’avvio di un nuovo corso della gestione del servizio rifiuti.

    “Chiediamo all’amministrazione di dare chiarimenti soprattutto alle tante persone che vivono in condizioni di disagio e che rischiano di affondare a causa di questa Tares. Abbiamo l’impressione che questa tassa sia stata introdotta senza tenere in considerazione le reali esigenze dei cittadini e vogliamo sapere se dentro il nome “Tares” ci sia anche unapatrimoniale” ha spiegato Vita. Un invito ai cittadini affinché rispondano in maniera massiccia, ma allo stesso tempo nessun incitamento alla disobbedienza civile. “Non bruceremo i bollettini e non possiamo dire alla gente di non pagare, vogliamo però che l’amministrazione riveda alcuni passaggi del regolamento con cui è stata introdotta la tassa, alla luce di molte anomalie che abbiamo riscontrato” ha proseguito l’esponente del comitato.

    A spiegare alcune di queste anomalie c’era l’avvocato Alessandra Calafiore che, con regolamenti alla mano, ha focalizzato alcuni punti poco chiari. Innanzitutto secondo l’intero comitato questa tassa è incostituzionale in quanto non rispetta l’art. 53 della Costituzione italiana che stabilisce che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Con la Tares però non è così, nessuna capacità contributiva è stata tenuta in considerazione. L’avvocato Calafiore scorre poi il regolamento e punta l’attenzione su altre incongruenze rilevate. “Se all’art. 4 è stabilito che presupposto del tributo è il possesso, l’occupazione o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti, perché al successivo art. 6 si specifica che il tributo riguarda tutti i locali dotati di almeno un’utenza attiva (luce, gas) o di arredamento? Quindi una casa arredata ma disabitata produce rifiuti?” si chiede l’avvocato. Altro esempio: il decreto legge nazionale prevede che il tributo e’ dovuto nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonche’ di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente. Il regolamento messinese, all’art. 19, dice invece che l’eventuale riduzione temporanea del servizio per motivi di forza maggiore non comporta l’esonero o riduzione della tariffa. Nel caso in cui tale interruzione superi la durata di 30 giorni, la parte variabile della tariffa sarà ridotta di 1/12 per ogni mese di interruzione.

    Per il comitato sono dunque moltissimi i punti che l’amministrazione dovrebbe provare a rivedere. Nel frattempo potrebbe attuare una sospensione in autotutela e prendere tempo per capire se ci sono margini di revisione per inserire ad esempio criteri di ripartizione più equi come la capacità contributiva. Confcommercio chiede quantomeno si sospendere la messa in mora per chi non pagherà entro il termine del 24 gennaio. Il comitato “12 gennaio” allestirà dei banchetti per fornire chiarimenti e assistenza a tutti i cittadini che domenica mattina si presenteranno davanti Palazzo Zanca. Secondo loro c’è ancora possibilità di intervenire su questa Tares. Viene però da chiedersi perché non ci si sia svegliati prima, nel mese di novembre, quando il Consiglio iniziò la discussione in aula su questo regolamento e forse intervenire sarebbe stato più semplice.

    • Di Fabrizio Vinci (---.---.---.223) 10 gennaio 2014 17:15
      Fabrizio Vinci

      Difatti non risulta citato né il Comitato né "L’Altra Messina" nell’articolo, di conseguenza non vedo gli estremi per la rettifica, che in ogni caso dovrà essere a cura della Redazione di Agoravox. Il 12 gennaio poteva essere l’occasione per meglio comprendere pacificamente lo stato d’animo dei messinesi, invece a quanto pare siamo già alla trattativa; ne prendiamo atto. 


      Cordialità.

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