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 Home page > Attualità > Politica > A Vicenza prove tecniche di dittatura

A Vicenza prove tecniche di dittatura

Probabilmente la maggior parte degli italiani nemmeno se ne è resa conto, ma la decisione del Consiglio di Stato di annullare il referendum indetto dal Comune di Vicenza e dal suo sindaco Achille Variati contro il raddoppio della base americana, è stata una vera e propria prova tecnica di dittatura.
 
Contro la volontà della popolazione di esercitare uno dei più antichi esercizi di democrazia che la nostra Costituzione ci mette a disposizione, contro l’esercizio di quella che è in Italia l’unica forma di democrazia “dal basso” di cui disponiamo, la decisione improvvisa del Consiglio di Stato che quel referendum ha bollato come “inutile”, è stata un abuso di potere.
 
Inutile stare ad ascoltare la popolazione, inutile anche “incanalare su un binario democratico le tensioni frutto di scelte non condivise e neppure spiegate alla popolazione ” come ha detto nei giorni scorsi il sindaco di Vicenza.
Come potrebbero sfociare quindi queste tensioni adesso che il binario democratico è stato divelto?
Su che piano dovrebbero manifestarsi visto che di fatto la loro espressione sul piano della legalità e della democrazia è stata vietata?
 
Grande prova di civiltà ha dato Vicenza oggi ma soprattutto grande esempio e coraggio ha dato all’Italia intera il suo primo cittadino. Vicenza oggi ha scelto comunque la via della democrazia, ma domani? Domani che via rimane per far sì che sia rispettata la volontà della popolazione di Vicenza?
 
Domani arriverà l’esercito, come a Chiaiano.
Prove pratiche di dittatura...
 

Commenti all'articolo

  • Di buenaonda (---.---.---.111) 12 ottobre 2008 08:09

    Errore ingenuo quello di considerare che qualsiasi manifestazione-contro / raccolta-di-firme-contro etc siano la manifestazione ultima e più eccelsa della democrazia.
    Oltretutto solo una parte assolutamente minoritaria dei vicentini ha votato quindi come potrebbe qualcuno arrogarsi il diritto di sostenere che questi pochi rappresentino la volontà generale della popolazione ?
    Ma il punto fondamentale è che se anche il 100% dei vicentini avesse effettivamente votato contro l’allargamento della base, esiste un governo centrale che su certe materie ha e deve avere l’ultima parola, altrimenti non si governerebbe più.
    E non si governerebbe più grazie a gente come te che non vuole nulla di nulla sul proprio territorio (no-TAV, no discariche, no rigassificatori, no stazioni eoliche, no ripetitori, no antenne per i cellulari, no autostrade, no centri commerciali e chi più ne ha più ne metta).

    Ultima considerazione: l’Italia fa (fortunatamente) parte della NATO; già così siamo un membro un pò smidollato e come tale considerato (ie: in Afganistan e Iraq piccoli contigenti di nostri soldati ci vanno ma a fare "aiuto umanitario", a combattere ci andassero gli altri), se anche solo per un’operazione di ordinaria amministrazione quale è la riorganizzazione delle basi NATO in Europa, progetto entro cui rientra l’allargamento della base di Vicenza, si devono avere reazioni così smodate, addio.
    Per un minimo di coerenza allora bisognerebbe chiedere anche l’uscita dalla NATO, con tutte le conseguenze del caso.

    In Italia ci sono buoni motivi per lamentarsi dell’insorgere strisciante di una forma di regime (magari parlare di dittatura però è un pò esagerato, un pò da isterici del linguaggio, non trovi ?); tu però hai scelto un esempio completamente sbagliato.

    saluti

    > aless/

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