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A Scuola di educazione

Inizia un nuovo anno scolastico. E lo fa' riproponendo tutti i suoi problemi: dal bullismo, alle più inimmaginabili spacconate; dall’ormai onnipresente telefono cellulare, ai genitori pronti a scendere sul piede di guerra per difendere a spada tratta i loro sovente indifendibili figli; dalle folli aggressioni agli insegnanti, ai docenti snobbati e demotivati.

Nella odierna situazione scolastica si condensa un po’ di tutto, essendo essa il riflesso primario di una società ormai corrotta dalla depravazione finanziaria. In un siffatto contesto socioantropologico, quel che manca è l’educazione. Pertanto, non rimane nulla di quello che un tempo era l’obiettivo primario dello stare insieme per un intero anno scolastico, docenti e studenti. Così come si è smarrito quel legame che consentiva di vivere una coinvolgente avventura fra studenti e docenti, con spunti che lasciavano intravedere e gustare anche l’orizzonte della sapienza.

Adesso sembra che la situazione sia cambiata: adesso sembra che tanto i docenti quanto gli studenti, accusino una preoccupante stanchezza e rassegnazione, e che l’abitudine all’emergenza, costellata da pesanti cadute di tono, renda faticoso costruire un convinto clima formativo da entrambe le parti.

Eppure, rassegnarsi a mandare la scuola alla deriva, è come rinunciare a seminare per il futuro: è come arrendersi di fronte al blocco comunicativo interposto fra le generazioni; è come accontentarsi di una cultura, o di una pseudocultura?, oberata dal quantitativo accumulo tecnologico a scapito della capacità di orientarsi nella intollerabile confusione delle informazioni e delle scelte.

Oggi più che mai, ogni intervento educativo sembra sia arduo e precario. Viviamo una situazione di cronica emergenza educativa: viviamo la crescente difficoltà che si incontra nel trasmettere alle nuove generazioni i valori fondamentali dell’esistenza e di un retto comportamento. Si tratta di una difficoltà coinvolgente la scuola, la famiglia e ogni altra espressione istituzionale e sociale avente fini educativi.

La questione educativa non si limita pertanto al solo perimetro scolastico, rappresentante pure un momento essenziale della vita sociale. Si tratta, in sostanza, di ripensare gli stessi fondamenti della convivenza civile; si tratta di rivedere i codici comportamentali; si tratta di calarsi ciascuno nel proprio ruolo, senza concedersi sconti. Sono scelte che vanno compiute con coerenza, per poter raggiungere il massimo risultato possibile.

 

Foto: Medici con l'Africa Cuamm/Flickr

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