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A San Giuliano Terme si promuove la cultura dell’allattamento al seno

Si vuole promuovere la cultura dell'allattamento al seno, come indicano l'Oms, l'Unicef, l'Ue, il Mami.

Il progetto si riferisce alla prosecuzione dell’allattamento materno per bambini che frequentano l’asilo nido e parte dall’attivo assessorato per le Pari Opportunità del comune di San Giuliano Terme. Comune che aderisce da 7 anni ormai alla settimana mondiale dell’allattamento materno (SAM) dedicandovi una giornata: quest’anno si è svolta lo scorso 5 novembre.

Esperte del parto e di allattamento, ostetriche, psicologhe, la stessa assessora Fortunata Dini alle Pari Opportunità del comune termale e la coordinatrice per l’area pisana dei consultori della Asl 5 di Pisa dottoressa Trimarchi, hanno presenziato e relazionato al convegno tenutosi all’Hotel delle Terme. Con il contributo inoltre della Società della Salute di Pisa.

Nella giornata dell’allattamento “Voci di Latte” il progetto è stato quindi presentato alla cittadinanza. Anche tante mamme, bambini, un tripudio di carrozzine e pancioni in attesa, gente che raccontava la propria esperienza. Un bel vedere. Di ampio respiro il progetto e un atto di civiltà, l’adesione ad un evento mondiale che però, ancora, viene seguito solo da pochi cittadini e per lo più dagli addetti ai lavori.

Manca una adeguata e corretta informazione, ma la questione è davvero importante. Se si pensa che, tra i vantaggi, il latte materno fornisce l’alimentazione completa ai neonati e ne promuove il pieno sviluppo, la crescita sana; riduce i tassi di malattie e mortalità infantile diminuendo la gravità e l’incidenza delle malattie infettive; riduce il rischio di tumore all’utero e alla mammella nelle donne che allattano e non ultimo permette il notevole risparmio economico per le famiglie e la comunità.

Se si considera poi che organizzazioni come l’OMS, l’Unicef, l’Unione Europea, il Mami (Movimento Allattamento Materno Italiano) danno indicazioni precise sulla nutrizione dei bambini, sulle procedure di ospedali ed enti preposti alla cura ed al sostegno della maternità e dell’infanzia con progetti basati su intese con sanità e governi regionali come il BFHI (Baby Friendly Hospital Iniziative).

“La prevalenza dell’allattamento al seno rappresenta altresì un indicatore straordinario delle competenze culturali ed organizzative di un sistema sanitario interessato a proteggere la salute dell’infanzia”, così stabilisce l’Unicef in un protocollo d’intesa per il BFHI. Eppure ci sono ancora ospedali, anche di rilievo internazionale come lo stesso Santa Chiara di Pisa che solo dopo alcune battaglie promosse soprattutto dalle ostetriche, sta preparando, dicono, il roaming in, cioè l’avere la possibilità del proprio piccolo in camera anziché alla nursery con le infermiere, di modo che l’allattamento abbia il suo corretto sviluppo.

Una procedura peraltro adottata da tutti gli ospedali da tempo. Come mai allora questi ritardi? Cattiva o scarsa informazione, sì, conseguenza dell’egemonia del mercato. La cultura dell’allattamento al seno infatti è stata riscoperta e promossa a partire dal 1990 da un gruppo di medici e studiosi dello Spedale degli Innocenti di Firenze (sul sito del Mami interessante leggere il testo della Dichiarazione degli Innocenti).

Una cultura sana sotterrata dalla grande ondata del latte artificiale nei mercati di tutto il mondo durante gli anni settanta e ottanta e dalla moda che le case farmaceutiche seppero sapientemente dirigere strumentalizzando anche il messaggio femminista dell’epoca. Allora grazie alla scienza applicata seriamente e a chi dalle istituzioni si fa dignitosamente carico di promuoverla.

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