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 Home page > Attualità > Cronaca > A Roma razzismo anti-romeni: lavoratore dato alla fiamme

A Roma razzismo anti-romeni: lavoratore dato alla fiamme

L’ attacco razzista nella notte tra Venerdì e Sabato scorsi: “Romeni andatene via dall’Italia” urlavano gli attentatori. Un autista che dormiva a bordo del mezzo, ricoverato con ustioni in ospedale. 

Erano le tre della notte tra Venerdì e Sabato della scorsa settimana: un autobus con targa romena che settimanalmente collega il paese dei Castelli Romani, governato ora da un’amministrazione di centro-destra guidata dall’avvocato Marco De Carolis, con la nazione danubiana era posteggiato in Via Campo Gillaro, una stradina della periferia del paese, arroccato sopra una rupe, in attesa di ripartire verso Bucarest la mattina seguente. All’improvviso un commando di giovani, approfittando dell’oscurità e del fatto che nessun testimone si aggirava nei paraggi, ha cosparso il mezzo con liquido infiammabile e gli ha dato fuoco. Sviluppatesi le fiamme l’autista, un padroncino romeno di soli trentacinque anni che dormiva all’interno del mezzo, è stato svegliato dal loro crepitio, giusto in tempo per salvarsi e sentire gli aggressori allontanarsi dal luogo gridando “ Vi bruceremo tutti vivi cani di romeni che non siete altro”. Nel disperato tentativo di uscire dal mezzo in fiamme il romeno si è ustionato a braccia e gambe ed è stato ricoverato al centro grandi ustionati dell’ospedale romano di Sant’ Eugenio con ustioni sul 20% del corpo. Nei pressi i carabinieri della locale stazione hanno rinvenuto la tanica usata dagli attentatori razzisti. Il mezzo è andato distrutto. Sempre più dunque la provincia di Roma, la capitale di uno dei paesi fondatori dell’Unione europea( confederazione di stati di cui fa parte anche la Romania), assomiglia alla più profonda provincia americana del sud quando, qualche decennio fa, impazzava il Ku Klux Klan. Fuochi purificatori contro i beni degli immigrati ed anche contro le loro persone.


Come è accaduto tempo addietro a Nettuno dove un indiano è stato bruciato solamente perché la sua pelle era più scura di quella dei suoi carnefici, per fortuna il disegno criminoso non ha portato alla morte dell’uomo, italiani. Fuochi che spesso e volentieri prendono di mira cose o persone della comunità romena che nella capitale d’Italia, come in tutto il Lazio, è la comunità straniera più numerosa e concorre in maniera non insignificante alla formazione del Pil di una delle più ricche regioni italiane. La comunità romena ora ha paura, è terrorizzata tanto da abbandonare Roma e l’Italia lasciando spazio ad altre nazionalità meno invise. Nelle scuole elementari e medie di Roma e provincia quest’anno è crollato il numero di bambini romeni iscritti. I genitori dei bambini, in buona parte provenienti da Bucarest o Brasov, in Transilvania, infatti ora preferiscono alloggiarli presso parenti rimasti in patria in quanto, affermano, “ gli italiani sono razzisti e romenofobi e ci accusano di essere tutti zingari, prostitute e stupratori. Abbiamo veramente paura a farli crescere qui tra di voi”. “Quello di Venerdì scorso è stato solamente uno spiacevole incidente” ha chiosato il primo cittadino di Montecompatri, glissando invece sulla natura razzista del gesto e sul fatto che una persona solamente perché romena ha rischiato di morire ustionata. L’opposizione consiliare, guidata dal Partito Democratico, ha contestato nel corso di un infuocato Consiglio Comunale svoltosi in questa settimana il cinismo del sindaco del paese dei Castelli romani esprimendo tutta la sua solidarietà e vicinanza al popolo romeno. Come ha affermato l’ambasciatore della Romania a Roma Razvan Rusu, probabilmente, dopo un periodo di insperata calma sta ricominciando a prendere piede in Italia, con la ferocia di qualche mese fa, la “ romenofobia”. 

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