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 Home page > Tribuna Libera > A Roma’, e statte zitto! Lettera aperta a Romano Prodi

A Roma’, e statte zitto! Lettera aperta a Romano Prodi

Caro Romano,
 
chi ti scrive è un cittadino oltremodo impensierito da come stan volgendo le cose in questo Paese, ragion per cui non posso esimermi dal porti rispettosamente una domanda che, invero, mi tormenta da qualche giorno, non prima, per dovere di onestà, di aver fatto una breve premessa, fiducioso che avrai la pazienza e la benevolenza di concedermi qualche minuto del tuo tempo.
 
Capisco la tua disillusione riguardo compagni di partito che si sono rivelati essere viscidi mostriciattoli assetati di sangue, umanamente condivido la tua amarezza per il distacco e la freddezza con cui ti hanno impallinato durante la corsa alla Presidenza della Repubblica, anche se ad esser sincero mi verrebbe da pensare che se si sceglie di frequentare un branco di tagliagole... capisco anche che in un Paese governato dalla più inamovibile delle gerontocrazie, un vecchio (nel senso buono del termine) leone della politica come te non ci stia e ricicci (in italiano "salti fuori di nuovo") quando meno te lo aspetti, d'altronde ricicciate sempre fuori, prima o poi, voi vecchi leoni, sono abbastanza smaliziato per aver serenamente accettato che fa parte delle inevitabilità della vita.
 
Ma nonostante tutto questo la domanda che non posso esimermi dal porti è, questa sì, inevitabile: perché una persona apparentemente umana e gentile come te vuol far scontare le nefaste conseguenze della propria voglia di rivincita all'intero popolo italiano?
 
Caro Romano, ma come ti viene di tirare fuori la storia del petrolio annessa di favoletta che così diventiamo miliardari? Quale coscienza civica ti anima quando chiacchieri di regole certe e trasparenza e norme ambientali ferree in un paese governato da mafie, logge massoniche e servizi segreti di ogni ordine e grado?
 
Quale concezione di bene comune ti spinge a parlare di trivellazioni per sfruttare il "mare di petrolio" in un paese che alla prima pioggia forte viene giù tutto, un territorio già abbastanza devastato, avvelenato, esausto?
 
Con quale faccia puoi proporre e difendere un tale progetto quando sono anni che portiam via carrettate e carrettate di cadaveri, militari che si sono ammalati sui campi di battaglia in guerre che non son le loro, intere famiglie sterminate dal cancro perchè tutto quello che mangiano bevono e respirano è saturo di veleni, vite rase al suolo perchè i fiumi strabordano e le montagne vengono giù e le fogne scoppiano e via così di genocidio in genocidio?
 
Da un uomo dai modi gentili, umani e gioviali come te mi aspetto qualcosa di meglio, un guizzo, una scintilla, una atto di coscienza, umana, civica e civile, un atto di coraggio.
 
Fa' marcia indietro, ravvediti, dì che hai sbagliato, semplicemente, che è stata un'idea stupida che t'è venuta fuori in un momento di noia, e torna a far quello che stavi facendo. Questo Paese e questo popolo, con tutti i difetti che entrambi si portano appresso da sempre, non meritano comunque altre morti, altro dolore, altre devastazioni.
 
Che so, da un uomo spiritoso e gioviale come te mi aspetterei che dicessi che t'han rifilato un'erba che faceva schifo. Sarebbe un'uscita di scena elegante e spiritosa, una presa di coscienza importante ed apprezzata, un atto di coraggio e ravvedimento.
 
Due cose, tra le tante, di cui questo martoriato paese ha estremo bisogno.
 
Cordialmente ti saluto.

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