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A Berchidda la notte dei miracoli

 

Primavera al Laber, preludio al Time in Jazz 2012. L'omaggio per Dalla e Faber.

Berchidda come Betlemme. La metafora non cerca irriverenze blasfeme né si ferma alle comuni iniziali dei nomi. C'è più di una stella che brilla nel cielo di Gallura ai piedi del Limbara. Più di una coincidenza evoca la visione miracolistica. Un ex caseificio, memoria di un lavoro antico estinto, rinato e consegnato alla comunità per nuovi lavori, legati alle arti e alle culture.

Nel cortile di questo spazio, il Laber, l'associazione Time in Jazz in occasione del venticinquennale dell'omonimo festival, ha promosso un preludio: Primavera al Laber. La cometa del suo ideatore (Paolo Fresu) ha condotto per l'epilogo un quartetto inedito. Per un omaggio doppio, dalla portata non definita ai due poeti indiscussi della musica d'autore italiana.
 
 
Così il Laber per Lucio e Faber trova dei magi musicali d'eccezione: Gaetano Curreri con Fabrizio Foschini, voce e tastierista degli Stadio, costola e spalla di tanti successi del mito di Bologna. I fiati mondiali sono del sassofonista pugliese Raffaele Casarano oltre l'ideologo di casa Fresu alla tromba. L'epifania dell'estate gallurese è un miracolo di emozioni applaudito da un parterre stipato oltre ogni ragionevole capienza. Novanta minuti di musiche e testi, note non tutte intonate, per questo ancora più vere ed emozionali. Curreri reduce dal mega concerto della sera precedente a Bologna in favore delle popolazioni terremotate dell'Emilia, non nasconde l'emozione e anche una comprensibile stanchezza. L'incontro di assi musicali formatisi da culture diverse non fonde un’armonia unisona soprattutto nell'avvio. La sera dei miracoli, incipit di una scaletta straordinaria di brani, scritti e cantati per tanti fortunati lustri principalmente da Dalla e De Andrè, da il senso di un concerto davvero unico che rimarrà scolpito negli annali. In una sequenza puntuale, i brani di Faber seguono i precedenti del cantautore bolognese recentemente scomparso. Il pescatore, Quello che non ho, Don Raffaè, Ho visto Nina volare alternano Anna e Marco, Piazza Grande, L'ultima luna, Caruso per citare le più note. Nel mezzo delle autentiche “chicche” di Curreri che svela aneddoti di vita pluridecennale condivisa con Dalla. La genuinità anche un po' gigionesca dei racconti compendia positivamente una tenuta vocale sfruttata oltre i limiti consentiti. “Il Ragno si sarebbe divertito questa sera sul palco” esordisce ricordando la radice jazz nel dna di Lucio. Sono proprio i jazzisti in ribalta a innalzare ancora i testi poetici cantati. I fraseggi di Fresu e il sax soprano di Casarano rinnovano con effetto Don Raffaè, La settima Luna, tramutano in cori struggenti per uno dei brani più belli del Faber: La canzone dell'amore perduto. Sostengono ancora gli scat dalleschi che Curreri accenna in Piazza Grande, innestando scrosci di applausi prolungati. Foschini completa il trio musicale collegando le armoniche pop agli standard jazz. Conduce con eleganza i brani firmati “Stadio”: grande pathos per Chiedi chi erano i Beatles (scritta dal librario poeta Roberto Roversi).
 
 
L’ospite modenese riavvolge il nastro dei ricordi in una narrazione ricca di autori, compagni di viaggio: Morandi, Bubola, Vasco con il quale condivise una passione indomita per il Maestro De Andrè. Immenso nel tessere la musicalità delle parole selezionandole dai dialetti più ricercati. Su tutti il napoletano, ricorda Curreri. Idioma tanto caro allo stesso Dalla che a Sorrento, trovandosi per un’impensabile casualità nella suite di un albergo, dimora abituale di Caruso, scrisse l’omonimo brano, divenuto culto mondiale. Saldando l’asse col Faber autore del Don Raffaè, Curreri ricorda che la prima assoluta di Caruso, alla quale partecipò lui stesso fu nel super carcere di Avellino. “E’ il nostro Frank Zappa!” continua Curreri nell’apologia pro Dalla, paragonandolo anche ai grandi della letteratura italiana. La prolusione si consuma nei bis: due brani scritti dallo stesso allievo che lo ha omaggiato sin lì:E mi alzo sui pedali (in memoria di Marco Pantani) e Sorprendimi. L’ovazione del pubblico trattiene gli artisti sul palco e l’appendice di festa tocca stavolta a Fresu. Il “padrone di casa” aggiorna il datario (26 giugno) per il compleanno di Curreri: fiato alla tromba e coro augurale del pubblico. L’omaggio floreale per il cantante commosso è offerta da una ragazza. Il cielo di Berchidda si affolla di stelle: sorridono certamente anche da Genova e Bologna, La sera dei miracoli continua. L’appuntamento è nel segno del fuoco l'ultimo dei quattro elementi primari (dopo acqua, aria e terra) che titola il venticinquesimo Time in Jazz dal prossimo nove agosto. 
 
   

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