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3 milioni i malati di cancro

I malati oncologici italiani sono 3 milioni e crescono di oltre 90.000 unità ogni anno. Si calcola che già oggi l’assistenza complessiva a un malato di cancro costa attorno ai 40.000 euro l’anno che, con i farmaci di ultimissima generazione, potrebbe raggiungere i 100.000 euro.

Costi insostenibili per il servizio sanitario nazionale che richiedono scelte e decisioni strategiche non più rinviabili. La crisi economico-finanziaria ha riscritto i contenuti dell’assistenza necessaria e possibile, anche per i malati di cancro.

Questi sono alcuni dei contenuti del VIII rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici con cui la Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia) come ogni anno fotografa lo stato dell’arte sulla patologia.

Il rapporto della Favo viene preso in esame in un articolo pubblicato su QuotidianoSanita.

“Ogni anno in Italia – si può leggere nel rapporto – il numero di malati oncologici – 3 milioni nel 2015 – cresce di oltre 90.000 unità (+3%), sia per la maggiore incidenza collegata all’invecchiamento della popolazione, ai fattori ambientali e agli stili di vita – sia, fortunatamente, per i progressi nelle terapie che migliorano la sopravvivenza e cronicizzano la malattia.

Per ciascuno di questi pazienti il sistema sanitario spende in media oltre 5.000 euro/anno, importo che cresce a tassi elevati a causa dei nuovi farmaci (+15%/anno) e delle terapie tecnologicamente avanzate. Questi tassi male si conciliano con quelli dell’economia e con la crisi della finanza pubblica”.

“I nuovi farmaci – si legge ancora -, uniti alla possibilità di diagnosi sempre più precoci hanno ‘cambiato i numeri’ delle patologie oncologiche e reso la guarigione un traguardo sempre più raggiungibile.

Secondo i dati pubblicati nel 2014 dall’Airtum, Associazione italiana registri tumori, circa 2,4 milioni di italiani, pari al 4,4% della popolazione, vivono con una diagnosi pregressa di tumore. Di questi, il 60% (vale a dire il 2,7% del totale della popolazione) sono lungo sopravviventi, e cioè pazienti che hanno avuto la diagnosi da più di cinque anni.

Ma il dato più rappresentativo degli effetti del progresso è che il 27% delle persone che vivono dopo una diagnosi di tumore ha raggiunto un’aspettativa di vita simile a quella di chi non ha mai convissuto con una simile patologia”.

In Italia sono stati diagnosticati nel 2015 366.000 nuovi casi di tumore, i decessi sono stati 175.000 ed i pazienti in cura sono stati 3 milioni. Il 27% degli italiani colpiti da tumore può essere definito guarito e la sopravvivenza a 5 anni è passata dal 39% nel 1990-1992 al 57% nel 2005-2007.

“Sui costi dell’oncologia in rapporto alla spesa sanitaria si trovano dati scarsi e poco attendibili – ci dice il rapporto -.

Le fonti più autorevoli riportano una spesa oncologica per cittadino residente di 114 euro lungo tutta la filiera dalla prevenzione al fine vita, il che si tradurrebbe in un’incidenza sulla spesa sanitaria complessiva tutto sommato marginale, pari al 5,8% circa.

Secondo uno studio dell’Irst-Irccs, il costo oncologico è realisticamente almeno 3 volte superiore (oltre 300 euro per cittadino/anno), e si avvia a rappresentare il 20% della spesa sanitaria complessiva”.

“Ma questa carenza di consapevolezza – si legge – su ‘quanto si spende’ per l’oncologia in rapporto a ‘cosa si ottiene’ (il cosiddetto ‘valore’) è significativa, in quanto misurare un fenomeno è sempre il primo passo per governarlo.

Occorre superare le risposte tradizionali, spesso controproducenti nel medio periodo: tagli lineari indiscriminati; riduzioni e sospensioni di attività a fine anno ‘per risparmiare’ sul bilancio; mancati investimenti, con duplicazione dei costi per mobilità dei pazienti e acquisto di prestazioni da strutture private; sottoutilizzo di macchinari ad alto costo, etc.

Lo studio Irst ha rilevato sorprendenti e ingiustificate variazioni negli indicatori e nella spesa oncologica in territori vicini, sintomo di percorsi disomogenei: emblematica la differenza di costo pro capite per farmaci oncologici da un massimo di 55 euro in un distretto a un minimo di 35 euro in un altro”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giorgio Zintu (---.---.---.232) 22 maggio 2016 17:27
    Giorgio Zintu

    Credo ai dati ma l’analisi porta a concludere che il cancro sembra sia un problema legato alla ricerca di nuovi farmaci (se e quando si troveranno), alla loro disponibilità per i pazienti ma i soldi non si sa dove si trovino, etc. Cosa succede nel momento in cui i malati di cancro aumenteranno? Poco se non ci sono soldi e strutture disponibili e la cosa pare probabile. Ma non c’è una strada da perseguire subito? Bisogna, come si dice, cambiare paradigma. Occorre mettere al centro i principi di precauzione a 360 gradi. Se consideriamo che gran parte dei tumori derivano dall’ambiente, dall’inquinamento crescente di terra acqua e mare, non è su questo che dovremmo agire per limitare i danni? Non esiste una cura miracolo per il cancro che salvi tutti e tutto in tempo utile. Esiste un modello comportamentale razionale che va studiato e applicato. Ma serve alle grandi corporation? Serve alla politica se la politica segue le corporation e i loro interessi?

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