• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > 2008, da Mastella a Obama

2008, da Mastella a Obama

Ci siamo. Ancora poche ore e anche il 2008 andrà in archivio come una pratica notarile. Un altro anno se ne va, con tutte le gioie e le delusioni che ha comportato. E’ stato un anno intenso, denso di fatti e personaggi che hanno scandito, giorno dopo giorno, dodici mesi di fuoco. Come dimenticare il botto con cui è partito il 2008! Era solo gennaio e la zattera di Prodi colava a picco definitivamente.

Neppure il soccorso dei senatori evergreen fu sufficiente a tenere a galla il buon Romano, tradito e mollato da quasi tutti i suoi vecchi companeros, a cominciare dal former Mayor of Ceppaloni, quel Clemente Mastella che alla fine, tanto per non smentire la fama che lo ha reso celebre nel globo terracqueo, ha deciso di staccare la spina al moribondo Governo sinistro.

E’ stato l’anno di Silvio Berlusconi, ancora una volta. Dato per spacciato, per finito, per morto un sacco di volte, il Cavaliere dei miracoli ha smentito tutti ed è tornato baldanzoso a Palazzo Chigi in modo trionfale, stracciando quel Walter Veltroni che, incoronato plebiscitariamente alle primarie del Piddì come neanche Napoleone III nel 1852, aveva tentato di scimmiottare modi e slogan di un giovane afro-americano che di lì a poco avrebbe ricevuto la consacrazione del Mondo intero come fenomeno dell’anno. Povero Uolter, quanto tempo è passato da quel “se po’ fa’” alla condizione attuale, continuamente schiacciato dalla ciabatta del trebbiatore Di Pietro… Anche questa è vita, caro taumaturgo della nuova sinistra.



Andando oltreoceano (non con aereo Alitalia), come dimenticare la battaglia lunga ed estenuante in campo democratico per la conquista della nomination presidenziale? Obama che parlava di sé come fosse Gesù Cristo intento a pronunciare il discorso delle Beatitudini, i lifting "alla Cher" di Hillary (pronta a concorrere per il suo terzo mandato in Pennsylvania Avenue), le gaffes alcoliche di Joe Biden, l’endorsement di una Oprah Winfrey ancor più lucidata e stuccata del solito hanno segnato la politica americana dei primi sei mesi dell’anno. E ancora, rimarranno nelle nostre menti provate le convention dei due partiti, da quella moderna e hard dei democratici, con la delegazione del Pd italiano relegata in un bed&breakfast nei sobborghi di Denver, a quella in pieno american style dei repubblicani, con una scatenata Sarah Palin (senza fucile in spalla) ad accompagnare l’arzillo nonnetto dell’Arizona, quel John McCain che nella vita le ha viste proprio tutte, e che voleva servire il suo Paese come Comandante in Capo. Onore delle armi al vecchio Maverick, travolto dal crollo di Wall Street come Coolidge e Hoover ottant’anni fa.

E’ stato l’anno della ormai celebre hostess dal pugno chiuso che forse (alla fine) non si candiderà alle elezioni europee con l’Italia dei valori; è stato l’anno di Fabio Berti, onnipresente gran capo dell’Anpac, sindacato dei piloti di Alitalia, talmente imbrattato di fard che Berlusconi al confronto sembra Dario Argento. Sicuramente, invece, non è stato l’anno dei poveri passeggeri che hanno avuto (ed hanno ancora) la sfiga di viaggiare con la moribonda compagnia di bandiera. Ci vuole fegato, davvero. Il 2008 lo ricorderemo anche per le solite sparate di Travaglio che, tra un’eresia e l’altra, ha ricordato al povero gregge italiota che uno degli obiettivi di vita dell’attuale premier era quello di uccidere Maurizio Costanzo e Maria De Filippi. E’ stato l’anno della spazzatura, reale e metaforica, della Jervolino, di Bassolino e del factotum Bertolaso. E’ stato l’anno dell’Expo assegnato a Milano, dopo una miriade di delusioni in tema di candidature per ottenere l’organizzazione di eventi internazionali. Infine, sportivamente parlando, è stato l’anno di Ronaldinho al Milan, sogno di una vita per molti, guardato con sospetto da altri (…), che comunque ha deciso il derby d’andata contro l’altra squadra di Milano. Non è stato l’anno di Roberto Donadoni, il CT più triste che la nostra nazionale abbia mai avuto… cacciato dopo aver perso (ai rigori) contro i futuri campioni d’Europa. Di certo quell’aria sempre sommessa e fatalista non l’ha aiutato.

Ci sarebbe molto altro da dire, ma ci fermiamo qui. Il troppo, come si suol dire, stroppia. L’augurio è che il 2009 sia per tutti un buon anno, indipendentemente da cosa ha rappresentato il 2008. Si può sempre migliorare. Forse…

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares