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Le parole, le teorie, e i fatti: politica ed economia oggi

La democrazia, ad esempio, in teoria è una cosa validissima, ma se poi scopri che al potere ci va chi possiede i mezzi di informazione di massa, qualche dubbio ti viene, oppure se vedi chiamare democratico un paese come gli Usa, che basa tutta la sua politica sulla potenza militare, e se senti dire dai suoi dirigenti che i marine sono “legionari di Dio”, è legittimo incominciare a dubitare di questa teoria. Non parliamo poi del fatto che si chiama “comunista” un paese come la Corea del Nord in cui il potere si trasmette in modo dinastico, da padre in figlio, e ciò non è scritto in nessuna teoria comunista, e non si capisce perché la Cina venga definita comunista, mentre è un paese capitalista in feroce competizione con altri capitalisti, fregandosene delle condizioni di vita degli operai e dell’ambiente.

 

Quando le teorie così palesemente non corrispondono ai fatti, tutte le parole diventano inutili, i riferimenti culturali fasulli, ogni falsità può essere sostenuta tranquillamente e non contano più i fatti reali, ma solo ciò che è capace di emozionare o far sognare.

 

Gran parte del disimpegno, del menefreghismo dei giovani, del loro massiccio ricorso all’alcool e alle droghe, deriva dal deserto di punti di riferimento, perché è tutto finto e la vita non ha molto senso, e quindi è anche possibile buttarla in piacevoli vizi

 

Le crisi del capitalismo e della globalizzazione, che avevano promesso che il “mercato” avrebbe arricchito tutti e invece ci siamo accorti che eravamo in mano a biechi truffatori con i colletti bianchi, aggiungono ulteriori incertezze e il futuro sembra davvero incerto per tutti.

 

L’Islanda, primo Stato a chiudere per bancarotta da globalizzazione, medita di tornare alla pesca e alle attività tradizionali. Spero proprio che questo passaggio avvenga in tutti quei paesi che saranno ridimensionati dalla crisi, dove ci si dovrà rimboccare le maniche e puntare sulla capacità di ogni nazione di essere autosufficiente come risorse alimentari ed energetiche, puntando immediatamente a installare il termodinamico e il fotovoltaico.

 

Diventerà importantissimo cercare di cambiare i meccanismi che oggi portano le persone peggiori al potere politico e non è un caso che l’unica opposizione che vi è oggi in Italia sia rappresentata da Di Pietro, unico personaggio che non proviene dalle mafie dei partiti. Ha dimostrato nella sua attività di magistrato di non aver avuto paura dei potenti e di aver fatto onestamente il suo lavoro, cosa che dimostra come un teorema che, se non riusciamo ad eleggere persone perbene, ci ritroveremo sempre con le mafie dei partiti che ci negano anche il voto di preferenza.

 

Comunque il problema ce lo dobbiamo porre e va studiato anche come impedire il formarsi di oligarchie di politici di professione, introducendo nella vita del Parlamento e in quella dei partiti la non rieleggibilità assoluta dopo due mandati.

 

L’economia liberista ci ha portato il disastro della crisi finanziaria e presto vedremo gli effetti nella vita di tutti i giorni, ma se ci vogliamo rialzare dovremo percorrere altre strade che non siano la dittatura completa della economia su tutta la società, dove i capitalisti si sono presi anche il potere politico: i petrolieri in America, i proprietari dei media in Italia. Se non si affronterà il problema il liberismo ci farà un altro regalo mortifero, questa volta definitivo, perché l’ecosistema non sopporta più la forza distruttiva del consumismo e gli attuali sistemi economici non hanno alcuna intenzione di cambiare strada per portare l’economia verso un impatto sostenibile. Bisogna accusare il sistema economico capitalista, dominante nel mondo, di questa crisi finanziaria e della prossima crisi dell’ecosistema, senza indugi e senza sconti, e mandare al potere le persone che da anni si battono contro il consumismo, ci hanno segnalato i pericoli per l’ambiente, hanno dato vita al rigetto della globalizzazione, praticamente i soli con cui potremmo avere un futuro.

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