Il Cavaliere disperato

"Sono disperato, quello che faccio mi fa schifo, da 8 settimane non prendo un giorno di riposo, se potessi lascerei tutto”. Questa l’esternazione di Berlusconi nel bar del teatro Quirino a Roma.
Anche noi siamo disperati per subire da 15 anni un ridicolo populismo, le promesse di governi miracolosi, le vanterie per le vittorie del Milan e per i soldi fatti, l’esibizione ostentata del suo gallismo, l’impunità per tutte le sue malefatte fino alla enormità del “lodo Alfano”.
Cavaliere, tenga conto della sua disperazione e della nostra e cambi vita!
Ho però l’impressione che il vecchio piduista non sia stanco della politica (è stato l’intreccio fra affari e politica che gli ha dato il monopolio delle TV) ma che intraveda un paio di temporali nel suo orizzonte:


Un declino politico per non saper fronteggiare la crisi ed un declino economico delle sue TV, potrebbero essere uno scenario della fine di un’epoca, l’esaurirsi di un fenomeno che segnerebbe anche il fallimento del mito del capo e del potere dei soldi per poter finalmente vedere emergere una nuova classe politica, capace di non farsi mettere i piedi in testa dagl’industriali ed affrontare l’enorme problema dello sviluppo sostenibile con, al primo posto, l’autosufficienza energetica con le rinnovabili e l’autosufficienza della produzione agricola.
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