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I corpi estranei

Gli immigrati che "invadono" il nostro Paese, usufruiscono dei nostri ospedali, si creano delle attività a "casa nostra" e i tumori che crescono dentro i corpi, compresi quelli di bambini molto piccoli. Queste due categorie si direbbero I Corpi Estranei. Accade che immigrati e italiani si ritrovino nello stesso ospedale dove i tumori vengono aggrediti, la malattia non ha preferenze per alcuno.

Così Antonio arriva nel reparto di oncoematologia pediatrica di un ospedale del nord dove ha portato il suo figlioletto di un anno, Pietro, dopo un viaggio in auto che hanno fatto loro due soli provenienti dalla Puglia dove sono rimasti la mamma e il fratello più grande di Pietro, Francesco. I pianti di Pietro che ha dolore sono evidentemente uguali a quelli dei bambini stranieri. Un adolescente marocchino, Jaber, si avvicina al diffidente Antonio e gli promette che pregherà per il suo bambino. Romantica l'inquadratura di Antonio che abbraccia il suo bambino in via di guarigione contro una finestra al tramonto, come sono dolci i momenti che il papà passa con Pietro: è allora che il viso di Filippo Timi diventa meno truce.

L'attore pare avere un’attitudine naturalmente minacciosa, era così pure nel ruolo di un Mussolini giovane nel film Vincere. La macchina da presa è in modo continuo ed anche un pò ossessivo su di lui, concentrata sulla sua ansia per il figlio e il sospetto che ha verso chi lo attornia. Un film crudo e anche tenero, non di cassetta, di cui è del tutto artefice il 40enne Mirko Locatelli, regista produttore sceneggiatore. La stessa crudezza ed essenzialità aveva Il primo giorno d’inverno che realizzò nel 2008. 

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