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...e la Brambilla "ri"vuole il Ministero del Turismo!

Soppresso nel 1993 da un referendum popolare, il ministero del Turismo fa di nuovo la sua comparsa nelle ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il quale ne propone una sua ricostituzione per ripristinare una regia ministeriale e quindi rilanciare il settore. In questi anni la riforma del Titolo V della costituzione, affidando alle singole Regioni funzioni amministrative e legislative, e con esse il compito di definire in modo autonomo le politiche del settore turistico, aveva lasciato allo Stato centrale solo funzioni amministrative di indirizzo generale e di coordinamento. Sebbene il trasferimento delle funzioni amministrative inerenti il turismo a livello periferico non sia stato "indolore", esso rappresenta uno dei settori in cui, proprio a livello locale si sono prodotti alcuni modelli organizzativi innovativi - si pensi alla centralità del livello di intervento comunale nella disciplina dei sistemi turistici locali - che hanno impresso notevoli forze propulsive all’intero settore. Per questo motivo ci si chiede, fino a che punto la costituzione di un nuovo apparato ministeriale assicuri le necessarie azioni flessibili per superare una crisi e, quanto, in tempi di magri bilanci pubblici, di tagli ai ministeri esistenti un nuovo ministero non significhi, invece, moltiplicare inutilmente le spese dello Stato? La proposta del premier nasce quale reale conseguenza della grave crisi economica in atto o per regalare un dicastero anche all’Onorevole Michela Vittoria Brambilla, che non vuole essere seconda tra le "sue preferite" alla ministra Carfagna?

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