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Commento di pv21

su Ius soli | Primi attori e comprimari della paura


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pv21 15 ottobre 2017 19:45

Occhio !! >

La cittadinanza non è una medaglietta o una catenina d’oro di “ornamento” per un bimbo/a, figlio di genitori stranieri, di cui volendo possa disfarsi appena maggiorenne.

Equità e giustizia sociale vogliono che chiunque risieda per anni in modo regolare e stabile nel nostro paese abbia il “diritto” di usufruire del collettivo sistema di istruzione e offerta professionale, nonché di beneficiare dell’assistenza sanitaria e sociale necessarie.

Per conseguire questo risultato non occorre conferire lo “status” di cittadino ad un infante.


Ancora. Lo “jus sanguinis” è il simbolo, il  retaggio storico-culturale di una realtà partecipata che accumuna e “identifica” l’intero paese. E’ sentirsi “orgogliosi” di essere italiani.

Per i nuovi arrivati non può diventare una “gratifica”, concessa pro tempore e per interposta persona, soggetta a futuri “liberi” ripensamenti.

DEVE essere l’imprimatur di un percorso scelto, voluto e implementato per una più che convinta integrazione. E il passo finale compiuto con la maggiore età.

Anche perché ricevere tale status oltre ai “diritti” implica dei sostanziali “doveri” (ad es. Art 52 Costituzione).


Ergo. Al limite basta adottare una specifica dicitura che qualifichi l’attenzione ed il rispetto dovuti a dei “predestinati” futuri cittadini.

Nessuno ha il mandato di “snaturare” il valore e il significato di Parola e Merito


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