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Commento di pv21

su Charlie Gard: una storia triste, oltre le strumentalizzazioni


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pv21 7 luglio 2017 18:54

Quale VITA >

Difendere la vita umana” è diventata bandiera di quanti inneggiano all’esistenza del piccolo Charlie. Salvo non focalizzare il significato proprio di quell’aggettivo qualificativo che marca un distinguo sostanziale.


Una cosa è convivere con una qualche forma di handicap e/o sopportare menomazioni-limitazioni frutto dell’età o di eventi accidentali.


Tutt’altra cosa è venire al mondo con una grave deformazione genetica tanto incurabile quanto progressiva.

Patologia che, oltre a inibire ogni forma di reattività, richieda il continuo supporto vitale di specifici macchinari.

In pratica quando si configura una sorta di stato “vegetativo” neppure autonomo. Quindi tutto fuorché l’avvio di una parvenza di vita umana; da difendere.


Non solo.

Amare il prossimo come se stessi” (Vangelo) non implica il tentare di prolungare di un tot (?) un’esistenza facendo di un soggetto umano, indifeso e inconsapevole, la “cavia” di un protocollo sperimentale.


Non sono questi presupposti valevoli per orientare una Generazione senza Bussola


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