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Commento di

su Marò: due vite appese ad un filo


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23 febbraio 2015 13:56

A me sembra invece una questione di due pesi e due misure: quando si tratta di nostri connazionali, vanno difesi a spada tratta; se invece sono stranieri detenuti nelle carceri italiane (ho fatto l’esempio della Knox ma si potrebbe parlare dell’ultimo immigrato che viene ingiustamente accusato di qualcosa solo perché è straniero...), allora si può buttare via la chiave e se i relativi stati di appartenenza protestano è perché fanno pressioni irricevibili.

La pena di morte in India non ci sembra incivile se non coinvolge connazionali, o quanto meno ci scandalizziamo molto meno.

Personalmente trovo incivile uno stato in cui per arrivare ad una sentenza definitiva ci vogliono dieci anni e nel frattempo il detenuto ha già scontato la pena, sotto forma di custodia cautelare, prima ancora che gli venga comminata, e magari è innocente, solo che lo si scopre dopo mesi di detenzione.

La ringrazio per l’argomentazione ad hominem (non conoscerei i fatti in India e intenderei buttare nero di seppia), io ho portato una considerazione razionale sul senso patriottico dell’articolo e relative pretese che dovremmo avanzare, che prescinde dall’effettiva colpevolezza delle persone in questione.

Prescindo dall’effettiva colpevolezza dei due marò perché, come lei ha giustamente rilevato, non conosco i dettagli giudiziari. Immagino che Lei a differenza mia abbia letto TUTTI gli atti processuali del caso giudiziario in corso e ne conosca ogni pagina. Spero quindi voglia fare informazione e diffonderne il contenuto, le sarei estremamente grato.


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