Non è mai una buona cosa generalizzare.
Dai bilanci dell’INPS risulta che il comparto pensioni private è in equilibrio: le entrate coprono le uscite, i versamenti dei lavoratori attivi coprono il costo delle pensioni.
Nel comparto pubblico invece il bilancio è in forte passivo: sia perché lo Stato non ha versato i contributi per i suoi dipendenti sia perché nel corso degli anni chi rappresentava l’interesse pubblico ha pensato bene di utilizzarlo per fini personali o di partito elargendo privilegi a destra e a manca per garantirsi utili clientele politiche.
A risolvere brillantemente il problema ha provveduto il governo Monti/Fornero con la fusione di INPDAP (pensioni statali) ed ENPALS (pensioni sport e spettacolo) con l’INPS, scaricando sul bilancio di quest’ultimo un passivo di oltre 20 mld.
Ora ovviamente si strilla all’insostenibilità del sistema pensionistico, e qualcuno ci crede pure.
Oltre a questo va detto che sulle spalle dell’INPS non grava solo il peso del sistema pensionistico, dal momento che deve provvedere a molta parte del welfare italiano.
Anche questa una furbata degna dei nostri politici: porre welfare e pensioni a carico dello stesso ente consente di mascherare il costo del primo (a carico della fiscalità generale) con il costo delle seconde. Da cui ecco i ricorrenti allarmi sulla insostenibilità del sistema pensionistico.
La realtà è che a governare queste complesse e delicate materie ci vanno imbonitori da fiera e magliari, il cui unico scopo è "sfangarsela" fregando gli ingenui, non il bene pubblico.