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Commento di Persio Flacco

su Per il Ministro della Difesa israeliano i refusenik sono "criminali"


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Persio Flacco 16 settembre 2014 00:48

Forse non ci rendiamo conto che da almeno mezzo secolo, far data convenzionalmente con l’occupazione del ’67, gli ebrei israeliani sono continuamente bombardati da una propaganda che strumentalizza antiche e nuove paure infisse nella loro memoria storica: la minaccia dell’annullamento, del pregiudizio antisemita, dello Sterminio.
Che continuamente ricorda il ruolo di vittime predestinate per secoli ricoperto dalle comunità ebraiche in varie parti del mondo, per poter poi trasmutare col catalizzatore della conquistata potenza e indipendenza questa memoria in revanscismo, in rivendicazione di assoluta autonomia che non ammette limitazioni da parte dei vecchi persecutori.
I giovani di oltre due generazioni di ebrei israeliani sono stati obbligati ad esercitarsi ad essere dominatori di un altro popolo, a restare indifferenti verso le ingiustizie e le sofferenze che gli venivano inflitte. Sono stati educati a coltivare il mito della potenza militare come unica vera difesa contro il ritorno alla soggezione e alla paura.
La propaganda sionista ha infine raggiunto il risultato, cambiando profondamente la società israeliana e anche le comunità della diaspora. Hanno resistito molto a lungo, molto più di quanto avrebbe resistito qualsiasi altro popolo.

Oggi non c’è da stupirsi se in Israele i refusenick vengano considerati dei traditori e fatti oggetto di stigma sociale, come avviene nei regimi fascisti.

Qualcosa di analogo avviene anche in alcune comunità della diaspora, dove i pochi ebrei che esprimono contrarietà verso la condotta dei governi israeliani subiscono l’isolamento e l’ostracismo. Segno di una concezione totalitaria dello Stato, secondo la quale lo Stato e il suo governo sono la medesima cosa.

Torna alla mente la profetica intervista di Amos Oz a Sharon del 1982. In quella era condensata sia la filosofia sionista sia i metodi che sarebbero stati usati "per far star dritti gli ebrei".

Ma è anche colpa nostra, che li abbiamo lasciati in balia di una setta di fanatici.


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