A 28 anni dalle rivelazioni, e dopo 18 anni di carcere, Vanunu nemmeno se lo volesse potrebbe costituire una minaccia per la sicurezza di Israele.
Ma nemmeno quando fece le sue rivelazioni su qualcosa che tutti già sapevano costituì una reale minaccia, se non alla tenuta delle bugie del regime israeliano.
Si tratta palesemente di una vendetta, di una spietata e lunghissima vendetta che, ne sono convinto, non è condivisa dalla grande maggioranza dei cittadini israeliani.
Il caso Vanunu mostra un lato oscuro della classe dirigente "sionista" che governa il Paese: un lato irragionevole, autoreferenziale, impermeabile al dialogo, capace di mantenere per decenni una decisione a prescindere dalle trasformazioni che il tempo apporta a tutte le vicende umane, che rigetta ogni possibilità di redenzione, di cambiamento, di riscatto.
Purtoppo questo genere di mentalità non è presente solo nel caso personale di Vanunu: incide anche in questioni di ben più vasta rilevanza per lo Stato di Israele.