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Commento di

su Dammi il cinque


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4 giugno 2014 19:40

Mimesi verbale > Ovvero la capacità di “avvalorare” tutto ed il contrario di tutto in modo da poter addebitare le discrasie al fraintendimento degli interlocutori.

Renzi, parlando alla Direzione PD, ha dato ulteriore prova di questa sua “peculiarità”.

Da un lato ha ben rimarcato la “cifra” di un risultato elettorale “storico” (dal 2009). Dall’altro non ha tentato neppure un abbozzo di analisi politica su cotanto inaspettato margine di “distacco” legato al precoce “smottamento” (scomparsa) di altri partiti.

E ancora. Se per un verso ha tenuto a ribadire che non si è trattato di un “referendum sul governo” (maggioranza nata con Letta), dall’altro ha insistito nel subordinare il “radicamento” dell’attuale livello di consensi alla piena “convergenza” di tutte le componenti (correnti) del PD.

Obiettivo sempre lo stesso. La riuscita dell’azione riformatrice da lui avviata e del pacchetto di interventi da lui “dettati”. Tutto nel rispetto dei tempi da lui “scadenzati”.

In sintesi. Per lanciare annunci e promesse e per seminare speranze basta una “faccia”, la sua. Per corrispondere alle attese (consenso) gli occorre, da subito, l’apporto “fattivo” e la “convinta” iniziativa di tutto il partito.

Renzi sa bene di non avere più “alibi”. Come sa che soltanto con il previo appoggio di tutte le “anime” e le risorse “esperte” del PD lui potrà accreditare, anche in Europa, delle reali credenziali da Premier.

Per “rottamare” c’è sempre tempo. La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce limiti o remore fino …


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