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Commento di

su Berlusconismo, società dell'immagine, spettacolarizzazione


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1 aprile 2014 19:10

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Vari opinionisti e sedicenti intellettuali propagandano i meriti della cosiddetta democrazia “diretta”. Semplicemente: quella via web.
Quella che, secondo loro, consentirebbe a ciascun cittadino di diventare un soggetto “attivo” nella formazione e formulazione di indirizzi politici riguardanti il sistema paese.
Tesi fondata sulla constatazione del numero crescente di internauti.

Si assume cioè il presupposto che milioni di cittadini abbiano, oltre l’interesse e la preparazione specifica, il tempo necessario per seguire ed approfondire (ogni giorno) le varie problematiche via via emergenti. Questo fino al punto di riuscire a sostenere, con cognizione di causa, il confronto immediato con la varietà di posizioni diversificate parimenti presenti nella rete.

Nei fatti. Il rischio concreto è che una gran parte degli internauti abbracci, più semplicemente, le tesi propagandate e “filtrate” da alcuni referenti (capofila) o che introiti la posizione più ricorrente e condivisa nei siti frequentati. Dei siti magari preferiti per tutt’altre ragioni d’interesse.

In sintesi. E’ risaputo che la rete è come una piazza “virtuale” sempre affollata.
La piazza non è certo il “luogo ideale” per un confronto pacato e ragionato di idee e soluzioni. Specie su tematiche di coinvolgimento collettivo che, come tali, spesso sfuggono nelle molteplici sfaccettature ed implicazioni.
Un conto è la raccolta di informazioni e di opinioni.
Tutt’altra cosa è scegliere, decidere ed attuare un certo progetto.

Non ultimo. Quando il valore è dato solo dai numeri contano anche i soggetti affetti da Pescitudine


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