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Commento di

su Quando Sgalambro fu cacciato dall'Università


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10 marzo 2014 18:43

Carissimi, 

ricordo molto bene quel giorno e i preliminari che furono predisposti per ospitare ed accogliere Manlio Sgalambro e Franco Battiato, presenza questa, che fu una sorpresa prevista ma non scontata. L’intervento si svolse nel pomeriggio in una delle aule di Via Pascoli ed effettivamente l’incontro, con qualche minuto di ritardo, si avviò ma dopo pochissimi minuti fu interrotto dall’arrogante insolenza accademica di un docente a contratto che pretese l’aula, preventivamente richiesta ed autorizzata per quell’occasione da noi dell’aula autogestita, giustificando l’usurpazione come legittima perché la didattica viene prima delle attività extraccademiche degli studenti. Dopo lunghe e animate discussioni, lasciammo che i nostri colleghi facessero la loro accademica lezione e con la complicità, la sensibilità e l’intelligenza di un uomo come Manlio Sgalambro continuammo o forse reinventammo quell’incontro che forse grazie a questo inconveniente, cambiò sapore e colore. 
Ci parve quel pomeriggio lungo un piacevole e stimolante momento di confronto, non soltanto sul pamphlet del filosofo, ma sull’esistenza, sullo spirituale, sulle religioni, sulla sacralità, sull’anarchia individuale. Un incontro lungo un adulto anticonformista, lucido e colto e un gruppo di giovani universitari curiosi e aperti alla diversità dell’offerta culturale.
Ben fatto a Giampiero che ha dedicato questo spazio a quell’uomo così strano e profondo, così eccentrico e marginale, così divergente e complesso, a quello spazio autogestito, a noi in un altro tempo alla storia insomma.
Peppe Puntarello

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