Butto-crazia >
Su tutti i media esponenti di
varia estrazione e caratura gareggiano a chi trova più “magagne” al sistema paese.
In prima fila i paladini della “nuova” politica.
Filoni conduttori sono sempre due.
Negli ultimi vent’anni non è stato fatto nulla di buono per la gente. Ovvero. Siamo
stati alla mercé di una classe dirigente tanto egocentrica quanto inetta. Secondo.
Il messaggio politicamente “più redditizio” è fare la lista di
pubblici sprechi, corruttele, ladrocini ed inefficienze.
La conclusione è
sempre la stessa.
Bisogna liberarsi dell’attuale sistema politico-economico e
dei suoi rappresentanti.
Dare quindi spazio ai fautori del “cambiamento”. Come cambiare, con quali risorse ed a quali fini non
è la “priorità” del confronto.
L’importante è cambiare.
La gara è a chi elenca più
cose da cambiare. Ancora meglio se il cambiamento appare netto e categorico. Il
sottinteso è che “peggio non potrà essere”.
Postilla.
Questa tendenza allo
“sfascio” trae origine da svariati ed innegabili “errori” commessi.
Tuttavia imparare
dagli errori non è solo “buttare” e rinnegare l’accaduto, compresi i valori e le
finalità.
Imparare significa cogliere l’essenza e i meccanismi di certi fenomeni
passati per individuare più “valide” e proficue modalità attuative.
Non è cosa
da poco.
Altrimenti si corre il concreto rischio di cambiare i “vecchi” con dei
“nuovi” errori.
Quanto più la realtà è complessa tanto più vale il criterio del
Ritorno alla Meta …