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Commento di Persio Flacco

su Fallirà l'Italia e la destra autoritaria conquisterà il sud Europa Ecco cosa potrebbe succedere nel 2014


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Persio Flacco 4 gennaio 2014 13:12

<< Aggiungo che l’idea che la crisi italiana dipenda solamente da dinamiche estere è molto discutibile.>> Non dipende sempre e solo da dinamiche estere, questo è ovvio, tuttavia certi fenomeni, come la crisi economica attuale, dipendono quasi esclusivamente da cause esogene. E onestà intellettuale vorrebbe che lo si dicesse.

Vede, io non alcuna intenzione di affermare una visione nazionalista e/o revanscista, tantomeno ho intenzione di difendere l’avventura fascista, della quale noi italiani possiamo solo vergognarci, a me interessa il futuro. E poiché il mio futuro, quello dei miei figli, delle persone a me care, delle mie radici culturali, dipendono da come viene condotto questo Paese, che peraltro amo per se stesso, io da cittadino italiano pretendo coerenza e onestà in chi lo rappresenta e lo governa.

Pretendo che chi rappresenta il popolo italiano non rappresenti interessi di altri popoli o interessi privati; che quelli che governano in nome del popolo italiano non agiscano contro il popolo italiano e in nome di interessi diversi dai suoi; che quelli che producono informazione, che è un elemento fondamentale affinché vi sia vera democrazia, non mentano e non ingannino per favorire interessi estranei a quelli del popolo italiano.
In sintesi pretendo che questo Paese non sia rappresentato, governato, informato, da traditori del popolo italiano.

Se il termine "traditori" le sembra troppo forte la invito a considerare la definizione letterale di Tradimento: << L’atto e il fatto di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà>>.

Lei dice che la Libia era un "paese terrorista", sottindendo evidentemente che ora non lo è più.
A me risulta esattamente il contrario: prima in Libia l’estremismo islamico non aveva né basi né spazio politico; ora ha entrambi.
Ma lasciamo da parte i risultati della "liberazione" dal lato libico e prendiamo in esame quelli dal lato italiano. L’Italia è un paese proteso nel mediterraneo geograficamente, culturalmente, politicamente. Aver stracciato a distanza di soli due anni il solenne trattato di amicizia italo libica, non solo mettendo a disposizione le basi militari per l’attacco anglo francese ma partecipando alle missioni di guerra, quale immagine del nostro Paese ha presentato alle genti dell’altra parte del Mediterraneo? 
Suvvia, non ci vuole un grosso sforzo di immaginazione per capire che ancora una volta ci siamo presentati con la maschera di Pulcinella. E chi vorrà in futuro dar peso agli accordi o stipulare impegni con Pulcinella?

Non solo: in Libia l’Italia aveva, ed ha, fortissimi interessi economici, in primo luogo rappresentati dall’ENI. In che modo ora sono garantiti tali interessi in un paese spaccato in due enclave etnicamente distinte e preda dell’anarchia tribale, politica, ideologica?

E a quale scopo i nostri governanti hanno fatto pagare al Paese questo pesantissimo prezzo?
Per tutelare gli interessi italiani? No, ovviamente. Gli interessi europei? Nemmeno: l’Europa non ha guadagnato nulla dal regime change in Libia, piuttosto ha perso una quota di stabilità ai suoi confini meridionali.

Lo scopo è stato di accondiscendere alle direttive giunte da Washington (che guidava da dietro, secondo la felice espressione obamiana), raccolte e rappresentate in Europa dai governi di Londra e Parigi. E da Roma, purtroppo.

Ora, lei come definisce l’azione di chi ha assunto l’impegno di rappresentare il popolo italiano e invece agisce contro i suoi interessi e in rappresentanza di interessi esterni?

Il mio discorso è semplice: come possiamo avere fiducia nel futuro se non possiamo avere fiducia in quelli che ci guidano?


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