La cosa più triste è la constatazione di quanto la dignità ed il senso dell’onore siano oramai completamente estranei ai nostri governanti.
Un uomo di 88 anni, la massima carica dello Stato, rappresentante non effimero (come lo è il Presidente del Consiglio) dell’Italia e del suo popolo, che arriverà al punto di farsi esautorare senza sentire impellente la necessità di evitare l’ignominia e il ridicolo; in piena coerenza con il bieco attaccamento alla poltrona dimostrato da tutti i nostri politici.
Che miserabile uscita di scena! Seppure fosse censurabile anche solo in minima parte per gli eccessi che l’articolista (e aggiungerei ancheTravaglio) gli attribuiscono, basterebbe questo a condannarlo alla damnatio memoriae.
 E così, dopo aver assistito alla cacciata di un Capo del Governo e del maggior Partito, vedremo anche la cacciata del Capo dello Stato, della serie non facciamoci mancare nulla.