Ognuno è libero di pensare che Gilad Atzmon abbia la verità
in tasca (uno che “avverte gli ebrei circa l’opportunità di considerare se non
possa trovarsi negli ebrei stessi una qualche spiegazione se in tutti i tempi e
in tutti i paesi sono stati sempre oggetto di forte avversione”, cioè che le
vittime storiche dell’antiebraismo sarebbero esse stesse colpevoli delle
persecuzioni cui erano sottoposte) o meglio che sia l’unico ebreo - o uno dei
pochi - ad avere la verità in tasca, anche se esistono molte altre persone,
milioni di persone, di cultura, tradizione e religione ebraica che la pensano
diversamente.
Oppure ognuno è libero di pensare che i Neturai Karta abbiano tutti i diritti, essendo
religiosamente ortodossi - cioè ebrei credenti per i quali PRIMA il Messia si deve
manifestare e POI egli stesso ricondurre il suo popolo nella terra promessa - e che
quindi, per queste motivazioni, sono contrari al programma del nazionalismo
ebraico (sionismo) che alterava i termini della loro fede progettando di
realizzare uno stato per gli ebrei che lo volessero, fregandosene delle
fantasticherie religiose sul messia.
Detto questo, cioè riconoscendo a chiunque lo voglia di riferirsi alle ipotesi
che più gli piacciono, c’è un problema evidente che riguarda non solo Hilberg,
che è la punta di diamante della ricerca storiografica sullo sterminio, ma
anche le centinaia di storici che hanno lavorato pazientemente su decine di
migliaia di documenti, visionando migliaia di chilometri di pellicola,
esaminando migliaia di documenti fotografici, consultando decine di archivi di
ogni paese per decenni e decenni. A cui si sommano le testimonianze dei
sopravissuti, degli oppositori, dei carcerieri, delle guardie, degli ufficiali
in processi che hanno fatto storia. Questa è la storia di quello che il
commentatore liquida con il termine inventato di fresco e manifestamente
spregiativo di “sterminazionismo”.
Il negazionismo - come antistoria che nega l’evidenza
dimostrata da dati acclarati e condivisi dalla stragrande maggioranza degli
storici di tutto il mondo - è, semplicemente, una balla inaccettabile.
Ma dice questo anonimo:
“Si arrampica invece sugli specchi chi non è capace di
opporre validi argomenti e presume evidenze che sono tali solo per lui (ma
lei si rende conto che ci sono decine di migliaia di libri sull’argomento e
migliaia di storici che sostengono le tesi “sterminazioniste”... altro che
“solo per me”) e che vuole semplicemente imporre ad altri (dove,
quando ? Io scrivo il mio punto di vista e non ho mai imposto niente a nessuno,
nemmeno ho imposto a lei di leggere il mio articolo, mi pare). Imputa ad altri la
grave colpa, il "reato" di
"antisemitismo" presunto e mai argomentato e dimostrato (confermo il mio pensiero che la volontà di negare lo sterminio degli
ebrei europei si colloca in continuità con la negazione nazista di aver mai operato
lo sterminio stesso e che abbia quindi finalità politiche, non storiche, che si
inseriscono nella corrente dell’antisemitismo europeo. E’ l’opinione di molti
storici il cui pensiero io condivido in pieno), per il solo fatto di vedere
e sentire e pensarla "diversamente". Eccolo lo scandalo ed al tempo
stesso la matrice "razzista" del proprio pregiudizio: l’incapacità, forse genetica, (genetica ? e poi il razzista sarei io!) di accettare l’altro nella sua diversità (nessuno, tanto meno io, mi occupo della diversità “genetica” sua o di
chiunque altro. Accettare l’altro nella sua diversità in questo caso vorrebbe
dire riconoscere il negazionista come legittimo interlocutore. E non ho alcuna
intenzione di farlo. Lei dica quello che le pare e io continuerò a scrivere
quello che mi pare. Non c’è alcuna necessità di un riconoscimento reciproco. Io mi occupo solo di
affermare ciò che ho scritto nell’articolo: 1- le tesi negazioniste sono
aberranti, come sostiene l’intera comunità scientifica degli storici tranne
quel manipolo detto ‘negazionista’; queste tesi si collocano nella tradizione
dell’antisemitismo europeo. Le tesi negazioniste non occidentali - ad esempio
iraniane - si collocano nella volontà politica di negare legittimità allo Stato di
Israele; 2- Israele non trae alcuna legittimità dallo sterminio, ma dalla
volontà dei rifugiati/profughi/sopravvissuti ebrei europei di costituirsi come
stato, così come progettato cinquant’anni prima dal movimento sionista; 3- sono contrario, come moltissimi altri storici anche di cultura
ebraica, ad una legge che preveda il reato di negazionismo. E questo vale
anche, per quello che mi riguarda, per Irving o Juergen Graf) senza che
questa diversità venga tacciata e additata
come "criminale" e quindi da perseguire penalmente... (dove, quando? Ho chiaramente espresso la
mia contrarietà alla legge contro il negazionismo, che altro devo fare ? e quindi quale sarebbe la
persecuzione penale a cui fa riferimento ?).
“Filologicamente
parlando, il termine "antisemitismo” compare nel XIX secolo...” questo
lo sanno anche i sassi. Quello che il commentatore tenta di nascondere con la
classica foglia di fico è che - si chiami antigiudaismo cristiano, si chiami
antisemitismo scientifico o dare la caccia ai “cani ebrei” come si diceva
nell’islam - le vittime erano sempre le stesse, cioè quelle comunità sparse in
maggior parte nel mondo cristiano e in parte in quello islamico che a cadenze
più o meno regolari venivano assaltate, massacrate, perseguitate o cacciate.
Erano comunità ebraiche ben diffuse nell’Europa centrale e soprattutto
orientale - sottoposte a pogrom già negli ultimi decenni dell’ottocento di cui
parlano decine di quotidiani del tempo a partire dall’Osservatore Romano - che
dopo la guerra nazista non esistevano più. Che fine hanno fatto ? I negazionisti dicono che sono tutti
fuggiti all’estero, dove si sono integrati nascondendo la loro origine ebraica
e da allora se ne sono stati zitti occultando agli ignari vicini la loro
storia. Milioni di persone. Davvero dovremmo prendere per buone queste scemenze
?
L’equiparazione fra
sionismo e razzismo del 1975 ... è stata abrogata dal 1991.
Potrà piacere o non piacere, ma la comunità internazionale,
da allora a tutt’oggi, NON ritiene che sia sostenibile un nesso fra i due
termini. D’altra parte che cosa ci sarebbe nel sionismo (nazionalismo ebraico)
che non sia ravvisabile in qualunque altro nazionalismo o in ideologie sovranazionali
come il panarabismo o il panislamismo ? Si può essere d’accordo o meno, ma il
razzismo è ben altra cosa.
“Qui mi fermo, e non riprendere la discussione, perché non
riconosco onestà intellettuale nel mio interlocutore, che lancia gravi accuse
di carattere penale...”
Lei è libero di non riconoscere a me onestà intellettuale... per via delle gravi accuse di
carattere penale che le avrei lanciato. Ma la pregherei di prendere nota che 1- non ho mai minacciato niente né a lei né a nessun altro; 2- In Italia non esiste il reato di negazionismo e quindi non c’è né può esserci alcuna minaccia penale.
Detto questo ritengo che lei, non io, sia del tutto privo di onestà intellettuale. Che oltre tutto fa la vittima, poverino.