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Commento di Persio Flacco

su Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio (seconda parte)


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Persio Flacco 21 settembre 2013 18:24

 Caro Persio , possiamo anche perderci in speculazioni filosofiche all’infinito, ma stringi stringi il tutto si riduce alla affermazione che Dio esiste perché è l’unico modo per dare una spiegazione all’esistenza del mondo che ci circonda . Insomma il trascendente è necessario per spiegare l’esistenza del reale. -

Non per me. "Prima" e "dopo" sono concetti relativi che hanno senso per noi, che siamo parte della successione di eventi che costituisce l’Universo, così come sono relativi e hanno senso nello stesso contesto concetti come distanza, tempo, dimensione. Ad esempio, chiedersi cosa c’è oltre il limite dell’Universo è una domanda assurda: oltre il limite dell’Universo non c’è il "nulla", perché questa risposta attribuisce artificiosamente la qualità di esistenza a qualcosa che per definizione non la possiede.
Dio e il trascendente sono risposte dello stesso tipo: sono concetti artificiosi e vuoti che hanno la sola funzione di illudere chi esiste solo all’interno di un flusso di eventi di poter attribuire la qualità dell’esistenza a ciò che per definizione non la possiede. E’ lo stesso genere di limite intrinseco alla matematica. Nella realtà il Mondo è incomputabile, lo diventa solo stabilendo verità assurde. Ad esempio che la retta si estende all’infinito. Se si rigetta questo postulato allora non rimane che una retta finita o una retta chiusa, come un cerchio o un’ellisse.

In tutti e due i casi diventa impossibile la misura di qualsiasi segmento. In particolare nel secondo caso diventa impossibile misurare la circonferenza e ogni sua parte giacché il raggio sarebbe un arco, la cui misura è impossibile per lo stesso motivo. E qui ci si potrebbe sbizzarrire nell’ipotizzare la natura di Pi greco, che racchiude in se questa impossibilità. 
Ma anche la serie dei numeri naturali si fonda su concetti assurdi, o meglio: incompatibili con la realtà fisica, giacché la serie dei naturali presuppone l’esistenza di un "vuoto" tra l’uno e l’altro numero, mentre nella realtà fisica nessun ente può essere privo di relazioni: sarebbe inconcepibile e impercepibile se lo fosse.

Dio e il trascendente sono quindi necessari quanto lo sono la retta euclidea e la separazione tra i numeri naturali per rigettare la necessità dell’approssimazione, per coltivare l’illusione di poter esattamente determinare ciò che è assolutamente determinato e assolutamente indeterminabile.

Ciò non esclude la possibilità che esistano uno o più super esseri dei quali però non percepiamo la presenza, come un neurone non può né percepire né concepire la realtà dell’intelligenza manifestata dal cervello di cui è parte.

- Ma per non ingenerare un paradosso ,ovvero per evitare di dover rispondere alla domanda chi ha creato Dio e poi chi ha creato il creatore di Dio ecc....,si deve assumere come assioma che Dio esiste da sempre (indipendenza temporale). Insomma che è una entità non legata alla dimensione spazio temporale(cronotopo)cosi’ come noi la percepiamo. Quindi Dio esisteva anche quando non c’era nulla ,ovvero quando l’Universo ancora non esisteva (prima del Big Bang ). -

Ripeto, a mio parere si tratta di un ragionamento assurdo.

- La domanda aurea quindi è se dal nulla può essersi formato il tutto . Secondo Stephen Hawking e le recenti teorie cosmologiche non è possibile escluderlo a priori ,anzi sembrerebbe del tutto probabile .In sostanza anche una discontinuità nel nulla può innescare effetti gravitazionali ,esattamente come avviene in presenza di massa reale.Da una discontinuità puntiforme è scoccata la scintilla che ha creato l’Universo. D’altra parte i concetti temporali di prima e dopo sono legati alla nostra percezione in presenza di eventi fisici reali. Se non c’è alcun evento fisico non ha alcun senso parlare del prima o del dopo . Pertanto se dire cosa c’era prima del Big Bang non ha alcun senso ciò esclude l’estenza di un creatore perché bisognerebbe accettare l’idea che creatore e creato si sono determinati nello stesso istante , contraddicendo però il concetto di consequenzialità tra creatore e creato(paradosso ) . -

Si, di paradossi ne vengono fuori parecchi stabilendo certi concetti ausiliari che sono autocontraddittori all’origine.

- P.S.La vera difficoltà della fisica è quella di elaborarae una " teoria del tutto" (TOE),ovvero una formulazione matematica che riunisca tutti i tipi di interazione esistenti .Un’unica legge che descriva tutti i fenomeni fisici . Ma al momento mettere insieme meccanica quantistica e relatività generale , ovvero combinarle in un’unica teoria coerente con entrambe è ancora da divenire , si spera che un giorno ...... -

Per come io concepisco la realtà del mondo fisico direi che questo è impossibile, a meno di non abbandonare l’illusione di poter determinare esattamente qualcosa.

Tornando alla mistica, a mio parere essa non richiede necessariamente il concetto del divino: la contemplazione dell’Io nell’Uno è una esperienza possibile anche all’ateo.


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