• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di

su Ius soli: stranieri e cittadinanza


Vedi tutti i commenti di questo articolo

22 luglio 2013 09:41
scusa (---.---.---.139) ma questa l’hai fatta di fuori. Da un punto di vista logico-matematico prima ancora che sul piano del diritto. Se non esistesse l"italianità" o, se preferisci la "categoria" dell’essere italiano tutto il discorso non avrebbe nemmeno senso, non esisterebbe il concetto di cittadinanza e saremmo tutti apolidi. Essere italiano significa individuare all’interno dell’insieme della popolazione della terra, quel sotto insieme che definisce gli italiani. Su quale base ti definisci Italiano al 3000% se non individui le regole di appartenenza alla categoria? La Costituzione non è chiara al proposito ma definisce comunque il principio di cittadinanza a partire dll’art.3.
Cittadinanza: “Vincolo di appartenenza ad uno Stato, che comporta un insieme di diritti e doveri”
Questo "vincolo di appartenenza" è , appunto, l’ITALIANITA’ vincolo che non può essere proprio, a mio avviso, di coloro che casualmente nascono sul suolo italiano.
La Costituzione italiana nell’articolo 3 afferma:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, ecc… ”
La parola “cittadinanza”, però, non ci ricorda lo Stato, bensì la “città”, perché la prima forma di società organizzata fu la “città – stato”.
Ma chi sono i cittadini?
Fin dagli albori della civiltà i gruppi umani organizzati hanno mostrato la tendenza a garantire la propria sicurezza, separandosi dagli altri gruppi e tracciando dei confini fra “cittadini” e “stranieri”.
Per essere “cittadino”, dunque, occorre avere uno “status” (condizione) che viene riconosciuto a coloro che sono membri di una comunità (piccola o grande).

É cittadino italiano chi nasce da padre o madre italiani, ovunque la nascita avvenga;
la nascita deve essere dichiarata all’ANAGRAFE (il bambino eredita la cittadinanza dei genitori).
La cittadinanza italiana si può acquisire:

per adozione
per matrimonio
per beneficio di legge (a 18 anni)
per naturalizzazione
dopo un periodo di residenza stabilito dalla legge (oggi 10 anni)
per eminenti servizi resi all’Italia
Tutti coloro che posseggono questo “status” sono “uguali”, appartengono alla comunità allo stesso titolo (uomini e donne allo stesso modo) Con la cittadinanza si acquisiscono automaticamente uguali diritti e uguali doveri e si confermano i diritti umani (cioè, quei diritti che coinvolgono la sopravvivenza, la libertà personale, la dignità umana di ogni individuo che appartengono a tutti, senza distinzione di razza, religione ecc ed a prescindere dal possedere o meno la cittadinanza). 

Vedi la discussione






Palmares