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Commento di

su Le promesse che il M5s vuole mantenere per fare opposizione di qualità


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21 luglio 2013 23:01

Il mio timore, invece, è proprio che i presunti "errori" di Grillo non siano affatto tali e che Casaleggio non vaneggi affatto, quando dice di aver perso "volutamente": non perché M5S abbia lo scopo di perdere, ma perché tutto rientra in una strategia pianificata sin dall’inizio e di cui essi non mettono al corrente neppure i loro stessi rappresentanti e ancor meno i relativi elettori, e che persegue obiettivi di tutt’altro ordine di grandezza: qui non si tratta di "governo" e "opposizione", ma di scardinare proprio tutto: il "sistema" in sé. Una strategia in parte trapelata in alcune dichiarazioni ("salto nel buio", "abbattere questo sistema", "100% del Parlamento") e che forse si può dedurre osservando attentamente il percorso compiuto, che io ravviso nel modo che segue:

1) i "vaffa-day": raccogliere l’indignazione popolare causata dai vari scandali e dal clima vessatorio e soffocante che rende il vivere in Italia sempre più difficile

2) il "movimento": convogliare le risorse raccolte, facendole convergere su un obiettivo che alimenti motivazione e coesione

3) dichiarazioni a toni "forti" ("la mafia non uccide", "siamo invasi dagli stranieri", etc.): selezionare i sostenitori allontanando i "moderati" e incoraggiando gli "estremisti"

4) epurazione interna (espulsioni): eliminazione di ogni deviazione dal pensiero unico imposto

5) intransigenza esterna (rifiuto categorico di accordi): val bene la pena di rinunciare ad un risultato elettorale, anche brillante, quando questo sarebbe utile "solo" a governare democraticamente, e quando si punta ad uno scopo più a lungo termine e radicalmente diverso

Gli altri partiti sono ormai talmente marci ed incapaci di risolvere la situazione, che prima o poi produrranno una tale avversione da rendere "desiderabile" al popolo una rivoluzione di massa, proprio quella che Grillo e Casaleggio dicono di aver "scongiurato", ed è vero (da parte loro), ma non lo hanno fatto "per il bene della Nazione", bensì per predisporsi a cavalcarla quando sarà il momento.

Forse io sbaglio, e lo spero, perché se da un lato una rivoluzione sembra anche a me l’unica cosa che possa riaprire un varco verso un futuro migliore, però dall’altro lato questa, se condotta ciecamente e senza una solida base di civiltà, implica enormi rischi di degenerazione sociale (violenza generalizzata) e politica (stravolgimento dei rapporti internazionali), che di conseguenza porrebbero su tale futuro una pesante ipoteca. E in questo senso, M5S ha imboccato proprio la direzione "sbagliata".

Quanto alle iniziative giuste e nobili che i 5S stanno conducendo, il fatto che siano "vere" (come la rinuncia a determinati trattamenti economici) non vuol dire necessariamente che non siano anche strumentali, fatte, cioè, al solo scopo di "convincere", secondo una logica de "il fine giustifica i mezzi", e viste le ambiguità ("non statuto" e "non programma") e le contraddizioni (da "viva Rodotà" ad "abbasso Rodotà" e da "abbasso Napolitano" ad "incontriamo Napolitano") manifestate da M5S, non posso fare a meno di chiedermi quale sia il fine realmente perseguito, se non quello di un regime totalitario. Se solo mi fosse chiara una prospettiva costruttiva, parteciperei con entusiasmo, ma fino ad ora si intuisce che un disegno esiste, sì, ma anche che non viene rivelato, e io non vorrei fare la fine del "cavallo bianco" di orwelliane memorie.

Manny


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