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Commento di

su Un italiano vero


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2 luglio 2013 16:30

Condivido sia l’articolo che i commenti (quelli che ho letto fin’ora). Vorrei però osservare un aspetto che secondo me è passato in secondo piano: è vero quanto si afferma a proposito dell’ipocrisia, della fuga dalle responsabilità e del non dare il giusto peso alle parole, ma questo fenomeno così diffuso produce un subdolo condizionamento, una sorta di inconsapevole pressione psicologica, di cui tutti noi rischiamo di cadere vittime se non ne siamo consapevoli e non ne restiamo in guardia. Forse il calciatore in lacrime si è reso conto di esserci caduto, sebbene "troppo tardi", ma almeno ha dimostrato il coraggio di assumersene pubblicamente la responsabilità; molti altri, invece, delle proprie improvvide dichiarazioni se ne vantano e, sembrando addirittura "coerenti", ci si costruiscono la carriera. Anche Grillo ha detto che "la mafia non uccide", come se fosse buona, il che farebbe apparire personaggi come il Giudice Falcone quasi "ingiusti"; ma poi ha minimizzato, ha tolto il peso alle parole, ha schivato la responsabilità. E non ce l’ho in particolare con Grillo: il suo è solo l’esempio più recente dello stesso atteggiamento di tanti altri personaggi, politici e non. Preferisco il calciatore, che con il suo pentimento è più onesto almeno nel riconoscere e correggere l’errore, e che ci pone di fronte a quel risveglio della coscienza, anche se amaro, di cui tanti altri (politici e cittadini) avrebbero bisogno.

Manny


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