Pur non essendomi documentato in modo specifico sulla vicenda, a rigor di logica la versione ufficiale da adito a più di un dubbio, sia sul rapimento, sia sul periodo della prigionia, e a mio avviso ancor più sulla reale esistenza delle brigate rosse quale gruppo eversivo autonomo da ambienti istituzionali.
Qualcuno la chiamerà dietrologia ma ci sono coincidenze storiche che fanno pensare ad una architettura più alta, che possa aver condizionato e manipolato i sogni “rivoluzionari” di qualche decina di brigatisti seppur ben organizzati.
Da questo punto di vista, bene ha fatto l’autore dell’articolo ad interrogarsi su una delle tragedie italiane che ha condizionato, negativamente, la politica, già per molti aspetti contorta, del nostro paese.
Un saluto
Mauro Bonaccorso