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Commento di paolo

su Ma il redditometro deve far paura?


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paolo 2 febbraio 2013 17:37

No guarda che non sto parlando con il cuore ,sto facendo una valutazione fredda come il Polo Nord .
Vediamo un po’ di capirci . Gli studi di settore hanno stabilito due criteri o parametri di valutazione per imprese ed autonomi : coerenza e congruietà . Lasciamo perdere tutte le storture ,anche le situazioni paradossali che hanno creato ,un risultato pero’ lo hanno raggiunto che è quello che per non essere accertati dalla Agenzia delle Entrate chi prima era abituato a pagare per un decimo o un ventesimo di quello che era il reddito reale ha almeno dovuto plafonarsi su una media presunta (appunto di settore) . E’ uno strumento perfetto ? no,tutt’altro . Il suo limite più grave ,tra altri che sarebbe troppo lungo citare , è che non colpisce gli evasori totali ,ovvero quelli che non denunciano le attività e non presentano la dichiarazione dei redditi e di conseguenza non consente di "stanare " le situazioni più eclatanti ,inoltre è indirizzato su categorie specifiche e quindi per esempio non è in grado di far emergere il "lavoro nero " dietro il quale spesso operano le organizzazioni criminali .

Il redditest è uno strumento di indagine rivolto a tutti i cittadini ,già questo lo trovo più giusto , si basa non su un reddito presunto per l’attività che svolgi ma per il tenore di vita che conduci in rapporto a quello che dichiari .Gli strumenti sono i dati incrociati sui consumi e le proprietà (insomma la "roba ").Non è vero che ci sono multe ,il redditometro è facoltativo e il rischio di accertamento è su coloro che superano una soglia differenziale (credo sia il 25% ) di quanto teoricamente potrebbero permettersi . Il rischio è che ,come per lo studio di settore ,la marginalità prevista consenta una evasione (legalizzata ) del 25% , ma è già un passo avanti . resta da vedere quali sono gli strumenti per l’incrocio dei dati .Comunque chi sarà in grado di giustificare il proprio tenore di vita non correrà alcun rischio.

Davanti ad uno strumento che tenta di riportare i cittadini su un piano di parità cvica (diritti e doveri),non esiste privacy che tenga ,anche a costo di andare contro a principi democratici .
E’ una guerra l!!! ,chiaro ?
Mi sono dilungato ma , a parte le inevitabili storture che ci saranno finché non sarà perfezionato il tutto ,lo ritengo uno strumento fondamentale ,senza se e senza ma .
L’allarme sociale che si sta creando attorno al redditometro è fomentato da chi ha interesse a farla franca e non mi meraviglierei se fossero anche elettori di Silvio.
ciao


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