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Commento di maurizio carena

su Giornalismo partecipativo contro giornalismo professionale


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maurizio carena maurizio carena 9 marzo 2009 13:39

 Caro Francesco,

 ti ringrazio per avermi risposto.

 E ti ringrazio in particolare per aver voluto rispondere pubblicamente, di modo che tutti possano, eventualmente, semmai scovassero questo pezzo, farsi un’idea.

 Purtroppo non ho trovato esaurienti le tue, pur cortesi, spiegazioni.

 Non ho ben capito cosa faccia l’ "algoritmo" di Agoravox. Ma so per certo, perche’ ero al pc, che il mio pezzo e’ stato pubblicato intorno alle 15, direttamente (sottolineo quel "direttamente") nella rubrica "cultura e spettacoli e NON nell’home page. Questo e’ il peccato originale che imputo non all’algoritmo bensi’ alla redazione, perche’ puoi essere il miglior reporter (come non e’ certo il mio caso) ma se sei "sbattuto" nei meandri del sito hai perso il 90% della visibilita’ iniziale, che su un turn over di 24 ore e’ fondamentale.

 Il posizionamento dei pezzi in uscita credo che dovrebbe essere uguale per tutti, se no e’ censura. E’ quella vecchia "agenda setting" che, tu mi insegni, e’ la base di ogni sistema di propaganda, ieri come oggi.

 Il mettere un pezzo come quello che avevo proposto, che voleva stimolare un piccolo dibattito, fuori dall’home page, significa annullarne l’impatto, togliergli la visibilita’. E’ questo il punto a mio avviso centrale e sul quale, permettimi, non si e’ fatta chiarezza.

 Per me i commenti sono forse piu’ importanti del pezzo stesso, perche’ credo che i miei (pochi) lettori, collettivamente, ne sappiano forse piu’ di me.
 E comunque e’ solo il dibattito, il dialogo, che per me ha veramente importanza. Gli esercizi di stile li vedo meglio nella letteratura; il giornalismo o e’ un grido di dolore, uno stimolo all’azione, un modo per rifletere, o non e’ niente.
 Non pretendo che sia cosi’ per tutti e, forse, mi sbaglio, ma tant’e’: questo per me e’ un punto irrinunciabile, la base di tutto. Se il grido non si sente, allora non e’ un grido o, comunque, non serve urlare.

 In sostanza: puo’ anche essere come asserite tu (e Francesco Raiola), io presuppongo sempre la buona fede nella controparte (sino a prova contraria). Ma se i miei (modesti) scritti, come quelli di chiunque altro, sono nelle mani di "Haal 9000" o simili, allora le mie perplessita’ restano, cosi’ come resta che l’articolo in questione e’ stato praticamente invisibile e quindi inutile. E potra’ accadere ancora.

 Se e’ come mi dici e non ho motivo (ne’ prove) per dubitarne, allora su questo sito lo sport e Platinette (per esempio e con tutto il rispetto per i redattori dei pezzi) sono piu’ visibili di altri argomenti.
 Forse e’ a causa dell’algoritmo, non lo so, ma credo che non sia un buon sistema per organizzare una cosa fondamentale come l’home page del sito.

 Perdonami se mi permetto di essere cosi’ categorico su un argomento che tu forse conosci meglio di me e che e’ la tua professione, ma dovrebbero essere gli amministratori a occuparsi dell’home page.

 Ci sono attivita’, come il pensare, il provare emozioni, indignazione, amarezza, che nessun algoritmo, nessuna macchina sara’ mai in grado di fare. Questo credo invincibilmente e nessuno potra’ mai farmi cambiare idea.
 Nemmeno la grande stima che, pur senza conoscerti personalmente, ti portavo.

 Per me dev’essere il nodo in gola che ti senti dentro mentre scrivi, la rabbia dei dannati della terra, il grido di chi dice NO mentre tutti gli altri dicono si: questo per me deve decidere dove posizionare un articolo su qualunque home page. Perdona la presunzione: e’ lo sfogo di un fesso che, per un attimo ci ha creduto, ci ha provato, veramente.
 Ma i sogni, come dice il poeta, moiono all’alba.

 Alla fine, se l’umanita’ non viene prima di tutto, anche di un algoritmo, allora non c’e’ niente per cui valga la pena di lottare. Di sognare.

 E comunque ci sono tanti reporter, su questo sito, molto piu’ bravi (e meno "faziosi) di me. Non vi manchero’.
 Voi un po’ si. Ma poco.

 Ti ha fatto onore avermi risposto (idem Raiola). Scusami del tempo che ti ho fatto perdere e, se mi permetti una battuta, fammi sapere quando l’Algoritmo si prende una vacanza...


 Buona fortuna a te e a tutti i reporter di Agoravox.

m.c.
 




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