Se fosse stato chiaro a tutti i
lavoratori che i trenta miliardi d’investimento promessi da Marchionne non ci
sarebbero stati, i lavoratori avrebbero votato quell’accordo rifiutato dai soli
iscritti FIOM di Pomigliano?
Bonanni e Angeletti davvero ci credevano a questa balla colossale dei trenta
miliardi d’investimento, trasformatasi poi in un ignobile ricatto, dietro cui
si nascondeva la volontà di taluni Sindacati-Ministero
e Impresa di emarginare e discriminare e punire per le proprie idee la FIOM e i
suoi iscritti?
Quando mai prima dell’era
Bonanni/Angeletti (il gatto e la volpe), in presenza di discriminazioni che
preludevano a vere attività antisindacali, dei sindacalisti si sarebbero schierati col datore
di lavoro contro un altro sindacato e soprattutto cono i suoi iscritti, quelle
centinaia di altri lavoratori che hanno avuto l’unica colpa di non voler
accettare condizioni unilaterali imposte da un datore di lavoro sulla base di
un ricatto e di una menzogna?
Da qui è anche passata la mala politica, attraverso questo disegno
autoritario di divisione dei lavoratori e del sindacato, a cui hanno aderito dirigenti sindacali, ministri
e imprenditori di grido: la mala politica che sbugiardata e sconfessata ancora
non si rassegna a lasciar vivere il paese e a restituirgli la dignità rubata.