Il problema è nel manico .la nostra giurisprudenza è riuscita nel capolavoro seguente :
- Reato è se faccio apologia del fascismo e ne promuovo materialmente la ricostituzione.
- Non è reato se esprimo una ideologia che anche se assimilabile a quella fascista rientra nella libertà di idee e di espressione(diritti salvaguardati dalla costituzione) .
Con questo distinguo degno degli "azzeccagarbugli nostrani ",specializzati nel farla fare franca e mandare a piede libero chi commette reati che non sia il furto di una mela ,praticamente tutti i ricorsi presentati in questi casi sono andati vinti dai "pseudo fascisti " .
Al dunque quindi la legge è con le mani legate per il reato di apologia del fascismo ,potrebbe agire nell’eventuale caso di affissione non autorizzata che è come dire fuffa ,mentre se era autorizzata paradossalmente il reato lo ha commesso il povero Patrik .
Rimane il pestaggio che dovrebbe ancora essere considerato un reato in questo paese borderline . Patrik è figlio di un carabiniere ,non dovrebbe essere difficile individuare i fascisti e perseguirli .
Anche qui però attenzione ,se non ha testimoni (cosa non facile nel paese dell’omertà diffusa) rischia di beccarsi una contro querela .
Soluzione : cercarli ,stanarli ed educarli adeguatamente con metodi convincenti .