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Commento di David Incamicia

su L'Italia nel mondo ai tempi della "neopolitica", fra nuove ambizioni e antiche diffidenze


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David Incamicia David Incamicia 16 marzo 2012 12:43

In linea generale non ho nulla da eccepire rispetto alle considerazioni espresse nel tuo commento, alcune delle quali assai simili a quelle del mio articolo pur se trattate con sfumature differenti. Non condivido, invece, la tesi del post http://www.agoravox.it/Credibilita-... laddove fa prevalere un atteggiamento di diffidenza nei confronti delle rivendicazioni delle autorità italiane a tutela dei due marò e in ossequio alle prerogative giuridiche internazionali. Probabilmente sono in errore, ma continuo a credere alla versione esposta dal nostro governo che non sminuisce affatto - lo ribadisco - il fatto grave che dei nostri connazionali abbiano assassinato due pescatori indiani. Ci credo proprio in quanto, fortunatamente, Monti non è Berlusconi e Terzi non è Frattini, e oggi la diplomazia italiana non appare più viziata dalle torbide manovre di un Lavitola qualsiasi nell’approccio con le vicende geopolitiche. Un approccio che certo - ribadisco anche questo - difetta sotto numerosi aspetti, molti dei quali del tutto condivisibili e citati nel tuo stesso intervento. Insomma, sono come te contrario all’illegalità in ogni sua forma (pagamento di riscatti inclusi) e come te sono convinto che il deficit italiano sulla scena mondiale non sia semplicemente di natura politica ma affondi le sue radici in un’antica predisposizione culturale per la quale, quasi sempre, abbiamo pagato uno scotto enorme. Il "però" è il seguente: pur nella legalità, dobbiamo farci più svegli e pragmatici nella giungla globale.


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